Trovate tracce di microplastica sulla vetta del vulcano: la ricerca sulle particelle plastiche presenti nelle nuvole e sul pericolo rappresentato dalle piogge di plastica
A quanto pare, le microplastiche hanno contaminato anche le nuvole che accarezzano la vetta del monte Fuji. Un team di scienziati giapponesi ha infatti pubblicato sulla rivista scientifica Environmental Chemistry Letters una ricerca che ha rilevato la presenza di particelle di materiale plastico sulla cima più alta del Giappone. Un risultato che ha preoccupato la comunità scientifica internazionale e che ha confermato l’importanza dei provvedimenti che aziende e istituzioni (soprattutto l’UE) stanno mettendo in campo per ridurre la produzione e il consumo di plastica.
Le microplastiche del monte Fuji
Insomma, sulla vetta del monte Fuji (il vulcano che con i suoi 3.776 metri è la montagna più alta del Giappone) sono state trovate le tracce di 9 diversi polimeri. Le microplastiche analizzate dal team di ricercatori hanno dimensioni comprese tra 7 e i 94 micrometri e sono arrivate in cima al vulcano grazie alle nuvole che, come più volte rappresentato dall’iconografia giapponese, aleggiano intorno alla vetta innevata del monte Fuji.
Piogge di plastica
Affascinante e allo stesso tempo inquietante la teoria dei ricercatori che hanno condotto lo studio: le microplastiche potrebbero ormai essere divenute una componente strutturale delle nuvole. In questo modo si andrebbero a generare delle vere e proprie “piogge di plastica”, in grado di contaminare anche gli ecosistemi più lontani dall’attività dell’uomo (come nel caso della vetta del monte Fuji).
Una consapevolezza che dovrà spingere l’umanità ad alzare ulteriormente l’asticella della lotta al consumo eccessivo di prodotti plastici e al loro scorretto smaltimento (si pensi, in questo senso, alla legge sui nuovi tappi che non si staccano dalle bottiglie).
Il problema delle microplastiche
Non è la prima volta, però, che l’attenzione della comunità scientifica internazionale cade sul tema delle microplastiche. Studi precedenti, infatti, avevano già dimostrato la presenza di particelle nei mari, negli apparati digerenti di numerose specie animali e persino nel sangue umano.
Un tema, quello della diffusione delle microplastiche nella biosfera, che desta enormi preoccupazioni. Sono infatti ancora ignote molte delle conseguenze nocive che queste sostanze avrebbero sul cambiamento climatico e sulla salute di animali, piante ed esseri umani.
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_Matteo Donisi