Non solo bicchieri e cannucce, si pensa ora di eliminare gli imballaggi per frutta e verdura. Perché la plastica usa e getta fa così male?
Tutto il mondo ha ormai preso coscienza dell’impatto ambientale della plastica monouso. In questo senso, una forte ondata di sensibilizzazione arrivò insieme alle immagini del Great Pacific Garbage Patch (conosciuto anche come “isola di plastica”). Ed è stata proprio questa nuova coscienza ambientalista ad aver ispirato, negli ultimi anni, molti provvedimenti pensati per limitare la produzione e la diffusione di prodotti plastici “usa e getta”.
Cos’è la plastica monouso e perché è dannosa
Ma cos’è la plastica monouso? Con tale termine si indica quella che comunemente viene definita “plastica usa e getta”: si tratta di quell’insieme di prodotti che sono pensati e prodotti per essere utilizzati una sola volta (o comunque un numero estremamente esiguo di volte) prima di essere gettata e divenire un rifiuto. Parliamo, in poche parole, di piatti, bicchieri, cannucce, posate, contenitori… prodotti che facilmente tendono ad essere smaltiti in modo scorretto, divenendo così rifiuti che inquinano mari e corsi d’acqua, aree verdi e spazi urbani.
Una precisazione: anche i “bicchieri di plastica biodegradabile” sono monouso. Pur essendo estremamente più sostenibili, gli utensili di plastica riciclabile, biodegradabile o compostabile (Conosci le differenze? Scoprile qui) sono pur sempre pensati per finire nell’immondizia appena dopo l’utilizzo. Per tale ragione anche ad essi vanno preferiti gli oggetti riutilizzabili, che hanno una vita più lunga e creano meno problemi di smaltimento.
L’UE mette al bando la plastica monouso
Già da qualche anno, infatti, l’Unione Europea ha definitivamente messo al bando diversi prodotti di plastica usa e getta. Parliamo, naturalmente, della famosissima direttiva UE 2019/904, che ha già reso illegale la fabbricazione di molti prodotti monouso (principalmente quelli non compostabili). Tale normativa, vigente dal luglio 2021, ha consentito ai negozi di smaltire le riserve di magazzino, vendendo i prodotti messi al bando fino ad esaurimento scorte.
Grazie a tale direttiva, i Paesi membri devono garantire che un gran numero di prodotti in plastica monouso non venga più immesso sul mercato dell’UE. Un divieto che non riguarda (ancora) tutti i beni usa e getta, soprattutto dopo che, durante la pandemia di Covid-19, mascherine e guanti monouso hanno rappresentato un’arma indispensabile per sconfiggere l’epidemia.
Packaging usa e getta, la guerra per eliminarlo
Intanto però Bruxelles va avanti nella sua battaglia. Proprio in questi mesi, infatti, le istituzioni comunitarie stanno lavorando su una proposta volta a vietare l’utilizzo di packaging monouso per frutta e verdura del peso inferiore agli 1,5 kg. Addio, quindi, a vaschette e pellicole per imballare i prodotti ortofrutticoli che troviamo al supermercato! Il provvedimento prevederebbe anche la riduzione del quantitativo di imballaggio consentito per prodotti come le bevande. Maggiori dettagli saranno disponibili in autunno, dopo che la commissione Ambiente del Parlamento europeo avrà deliberato sulla proposta.
Salvare gli oceani per salvare il Pianeta
Ma perché tutta questa attenzione alla plastica dispersa negli oceani? Come dicevamo in questo approfondimento, il futuro di molti ecosistemi globali dipendono proprio dallo stato di salute dei nostri mari. Una consapevolezza a dir poco allarmante se si considera che, secondo il WWF, solo negli oceani vengono dispersi ogni anno 8 milioni di tonnellate di rifiuti. A questo va aggiunto che oltre l’80% dei rifiuti marini rinvenuti sulle spiagge sono plastica (di cui la metà monouso). Ecco spiegato perché le istituzioni internazionali stanno iniziando a prestare una crescente attenzione alla tematica.
Guarda qui… c’è anche chi usa i
rifiuti plastici per fare arte
_Matteo Donisi