Se ne discute da molto tempo e si pensa che l’online uccida il commercio di prossimità… che in alcune città gode invece di ottima salute
Se fino a qualche anno fa i negozi di prossimità erano considerati presidi fondamentali per la vita socio-economia dei territori, oggi rischiano di scomparire. Secondo l’ultimo rapporto di Confcommercio, le attività commerciali in Italia dal 2012 al 2022 sono diminuite di 103.770. Il problema non riguarda solo il nostro Paese al punto che si parla in tutto il mondo di Apocalipse Retail, cioè della sparizione dei punti vendita. Le cause sono da ricercare nell’aumento degli affitti (soprattutto per gli immobili nei centri storici), della scarsa attenzione da parte dei giovani a proseguire l’attività di famiglia e della crescita dei centri commerciali. Ciò nonostante esistono zone in cui i piccoli negozi vengono preservati dalla chiusura di massa che, oltre a essere frequentati ogni giorno dai residenti, sono attrattivi anche per tanti turisti.
Il falso mito della concorrenza tra commercio fisico e online
Che il commercio online abbia cambiato le abitudini di acquisto dei consumatori è ormai un fatto noto, ma la contrapposizione tra commercio online e fisico risulta superficiale. Infatti dall’indagine L’evoluzione dell’e-commerce tra falsi miti ed evidenze di Fondazione De Gasperi emerge che gli italiani risultano più propensi agli acquisti nei negozi fisici per prodotti come abbigliamento, vini e alcolici mentre si affidano ai negozi online per comprare libri, biglietti di treni, di aerei e di concerti. D’altronde in un negozio fisico si possono osservare direttamente gli oggetti e toccarli con mano, mentre su un sito e-commerce è possibile solo leggere la descrizione tecnica o guardare un video.
La prevalenza dell’acquisto nel negozio fisico si registra anche sui prodotti farmaceutici, con il 52% degli intervistati che si sente più sicura a recarsi in presenza in una farmacia in per acquistare integratori e medicinali. Ovviamente il commercio online offre opportunità sia per vendere che per pubblicizzare il proprio marchio e negli ultimi anni diversi venditori hanno varato strategie multicanale, cioè offerte rivolte sia al pubblico del negozio che ai compratori che vogliono acquistare prodotti da remoto.
Qualche esempio dal Piemonte
La città di Torino che ha lanciato l’iniziativa Torino Compra Vicino che comprende la creazione di un Albo pubblico degli esercizi del commercio di prossimità di interesse collettivo (EPIC), con percorsi alternativi turistico – culturali, attività di sensibilizzazione e processi partecipativi con la cittadinanza. L’Albo sarà articolato in tre categorie (valore storico e culturale; di tradizione; innovativo e di eccellenza) per dare visibilità sia alle attività commerciali che appartengono alla storia dei quartieri che a quelle innovative che possono rappresentare un’opportunità di sviluppo del commercio di prossimità. Alle imprese insignite del riconoscimento EPIC e inserite nell’Albo verrà assegnata una targa che ne identificherà l’appartenenza e la categoria.
Cuneo ha riscoperto anche il valore sostenibile del commercio di prossimità e, dopo aver promosso nel 2021 l’iniziativa Bike to work che prevedeva bonifici per i chilometri percorsi in bicicletta nel percorso da casa a lavoro, il comune lo scorso mese ha deciso di modificare gli incentivi economici in buoni da spendere in attività commerciali locali. L’iniziativa ha suscitato reazioni positive perché non rappresenta alcun costo per gli esercizi che vi aderiscono (negozi, bar, ristoranti) ma potrà attrarre i ciclisti virtuosi che con la possibilità di spendere i propri buoni.
La Francia valuta di tassare
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_Matteo Melani