Nonostante la caccia i cinghiali sono più di 1,5 milioni. Oltre 3 mila, invece, i lupi italiani, che fino a pochi decenni fa rischiavano addirittura l’estinzione
Se l’anno si è aperto con qualche buona notizia per la salvaguardia degli animali, negli ultimi mesi l’aumento del numero dei cinghiali sta scatenando numerose polemiche in Italia. Se gli animalisti non possono che plaudire al proliferare di questi mammiferi, infatti, numerosi agricoltori lamentano i danni economici causati dalle sempre più frequenti incursioni notturne dei branchi di cinghiali.
Il ritorno dei cinghiali, tra entusiasmo e polemiche
I dati sulla crescita del numero dei cinghiali in Italia arrivano direttamente dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra): ad oggi il numero di esemplari presenti in Italia ha superato il milione e mezzo, questo nonostante tra il 2015 al 2021 l’abbattimento di cinghiali sia aumentato del 45%.
Le cause di questo fenomeno vanno ricercate innanzitutto nella riduzione delle superfici destinate all’agricoltura e nella mancata manutenzione delle aree boschive. L’aumento delle terre incolte, secondo molti esperti, starebbe proprio la principale ragione del ritorno dei cinghiali.
Tornando agli abbattimenti, è possibile vedere come nel Bel Paese vengano cacciati circa 300 mila cinghiali l’anno (nell’86% dei casi in caccia ordinaria, nel restante 14% in azioni di controllo faunistico).
Ma quali sono i problemi causati dai cinghiali? Per lo più questi animali creano danni all’agricoltura, scatenando le ire e le proteste degli imprenditori e degli agricoltori. Sempre nel periodo 2015-2021, i danni all’agricoltura causati dai cinghiali sono quantificabili in oltre 100 milioni di euro. Tra le regioni più colpite da questo fenomeno ci sono Abruzzo, Piemonte, Lazio, Marche Umbria e Toscana.
La situazione, spiega ancora il report firmato dall’Ispra, è in rapida evoluzione e richiede urgentemente l’adozione di una strategia di intervento nazionale volta a realizzare il contenimento della popolazione di cinghiali, tutelando il benessere di questi animali.
Non solo cinghiali, anche i lupi sono in aumento
Dopo le mattanze del secolo scorso (tanto che 50 anni fa la specie era prossima all’estinzione) i lupi tornano a popolare le catene montuose italiane. Secondo i dati del monitoraggio nazionale condotto dall’Ispra, ammonterebbe ad oltre 3.300 esemplari la popolazione dei lupi nello Stivale.
Distribuiti prevalentemente sulla dorsale appenninica e in quota minore lungo la corona alpina, i lupi italiani avrebbero ripreso possesso di quasi tutte le zone idonee alla loro sopravvivenza. Dati che lasciano ben sperare per il futuro di questo mammifero che è stato lungamente e ingiustamente perseguitato.
La salvaguardia delle specie animali
La storia degli ultimi decenni è piena di specie animali che l’uomo è riuscito a salvare dall’estinzione. Questo perché si sono diffusi enormemente la nuova coscienza animalista e la consapevolezza che la distruzione degli habitat naturali a causa dell’attività umana rappresenti un danno per la fauna
Così, insieme alla lotta contro gli allevamenti intensivi e i tessuti di origine animale, si sta radicando sempre di più l’idea che l’umanità debba riparare ai danni che ha causato nei secoli scorsi, lavorando per salvaguardare le specie in via d’estinzione e ripristinando gli habitat naturali ridotti o distrutti nel recente passato.
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_Matteo Donisi