La scoperta dello Zintl da parte degli ingegneri del Dartmouth College potrebbe rivoluzionare la ricerca sul fotovoltaico. Abbondante in natura, potrebbe ottimizzare l’efficacia dei pannelli e abbattere i costi di manutenzione
In un anno un impianto fotovoltaico può perdere circa il 25% della sua efficienza a causa degli agenti atmosferici esterni quali smog, deposito di polvere e infiltrazioni di acqua? Senza contare che l’accumulo di sporcizia aumenta le possibilità di avaria e il pericolo di incendio.
Ecco perché la scoperta di un materiale stabile e abbondante come lo Zitl per la costruzione degli impianti fotovoltaici può rivelarsi un prezioso alleato non solo per migliorare l’efficienza energetica ma anche per la riduzione dei costi e dei rischi.
Cos’è lo Zintl?
Gli ingegneri del Dartmouth College dello stato del New Hampshire (USA) sono riusciti a identificare diversi materiali che potrebbero influenzare l’evoluzione della ricerca sul fotovoltaico. Grazie alla capacità computazionale delle più recenti tecnologie informatiche gli studiosi hanno selezionato una ventina di materiali inorganici da un database di oltre 40.000 composti: la loro combinazione promette la creazione di un nuovo materiale in grado di assorbire la luce solare con maggiore efficacia.
Questo materiale ad alte prestazioni verrebbe utilizzato per gli assorbitori solari, ovvero la parte centrale di una cella solare che raccoglie e trasforma la luce del Sole in elettricità.
Il fosfuro di Zintl (BaCd2P2), questo il nome del nuovo assorbitore, promette di risolvere i problemi associati alla stabilità e alle performance dell’intera struttura di un pannello fotovoltaico.
I vantaggi di questo nuovo materiale
La scoperta dello Zintl, secondo gli studiosi, apre a nuove possibilità di sperimentazione e stabilizzazione nella produzione elettrica nel campo dei fotovoltaici.
In primis si tratta di un materiale abbondante in natura e la cui ricerca ed estrazione potrebbe ridurre l’impatto ambientale rispetto alle attuali tecnologie.
Inoltre, rispetto all’attuale generazione di fotovoltaici, i test in laboratorio hanno evidenziato capacità tecniche interessanti non solo per la produzione di energia elettrica ma anche per la manutenzione dell’impianto fotovoltaico.
La maggiore resistenza agli agenti atmosferici esterni, alla contaminazione dell’aria e all’umidità potrebbero influire sui costi di produzione e sul prezzo, con vantaggi per il consumatore finale che spesso si ritrova anche ad affrontare costi importanti per la manutenzione ordinaria e straordinaria.
I numeri del fotovoltaico in Italia
Secondo le stime del GSE (Gestore servizi energetici), in Italia sono installati circa 1,4 milioni di impianti fotovoltaici e solo il 20% circa dei quali è ad uso residenziale. Un numero sotto la media che però sembra destinato a crescere nel tempo.
Se per gli impianti industriali, i piccoli produttori e le aziende agricole la scelta di puntare sul fotovoltaico risponde essenzialmente alla necessità produttive, per le famiglie si tratta di abbattere i costi energetici che pesano sul bilancio (con un occhio di riguardo all’ambiente).
Inoltre, sono previsti bonus e incentivi statali per l’installazione di impianti fotovoltaici per le famiglie a basso reddito.
Da valutare invece l’impatto del nuovo meccanismo di Ritiro Dedicato che ha preso il posto del vecchio Scambio sul posto.
A partire da quest’anno è stato sostituito il meccanismo automatico che garantiva l’immissione nella rete energetica nazionale di tutta l’energia prodotta e non consumata da parte dei proprietari di impianti e che veniva recuperata da questi in un secondo momento. Il meccanismo di Ritiro Dedicato invece prevederà la vendita diretta al GSE a un prezzo fisso per 20 anni, senza essere soggetto alle fluttuazioni del mercato energetico.
Scopri in questo articolo come
funzionano le tende fotovoltaiche
_Simone Picchi