Ma la distanza dai leader rimane ampia a causa del ruolo marginale del Sud e del basso coinvolgimento delle donne
Da oltre quarant’anni tutti i brevetti dei prodotti commercializzati nel territorio europeo passano da un Ufficio certificatore che raccoglie le domande e che – tra le altre cose – contribuisce a conferire il marchio CE.
Secondo il report Patent Index 2023 pubblicato dall’Ufficio Europeo dei Brevetti il contributo del nostro Paese nella ricerca è aumentato e ha raggiunto il suo record storico di domande presentate.
I brevetti depositati nel 2023
L’Ufficio Europeo dei Brevetti (EPO) è un organismo per la concessione dei brevetti sul territorio europeo. Nato nel 1973 e attivo dal 1977, l’EPO raccoglie le domande di privati e imprese di 44 paesi e nel corso dei decenni ha contribuito a rafforzare il peso e a definire gli standard di qualità dei prodotti che circolano in Europa.
Secondo i dati dell’ultimo report annuale sono state depositate circa 200.000 domande di brevetti, un dato in aumento rispetto all’anno precedente che conferma il trend positivo degli ultimi anni.
L’Italia è tra i maggiori contribuenti tra i paesi europei con circa 5.000 domande, preceduta tra gli altri da Germania e Francia, leader dell’innovazione e ricerca con le rispettive 25.000 e 11.000 domande depositate nel 2023. Se si considerano anche i brevetti depositati da colossi quali Stati Uniti, Giappone, Cina e Corea del Sud, il nostro Paese è solo all’undicesimo posto.
Il ruolo dell’Italia
Come prevedibile, anche in questo report si evidenzia un Paese a due velocità.
Tra le circa 5.000 domande di brevetto, quasi due terzi provengono da Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna (presenti nella Top 20 delle regioni europee per numero domande) seguite a distanza da Piemonte e Toscana. Purtroppo il contributo delle regioni del Sud Italia rimane estremamente marginale (con solo il 5,5% dei brevetti presentati sul totale nazionale).
Lato imprese, per il secondo anno consecutivo è stato il gruppo Coesia a depositare più brevetti. La società bolognese – specializzata in soluzioni industriali e di imballaggio con sedi e impianti produttivi in oltre 36 paesi – stacca di poco Ferrari, in crescita rispetto agli anni precedenti. Rimangono invece stabili le richieste di altri grandi aziende come Iveco, Pirelli e Leonardo.
Il trend dell’innovazione
Anche nel 2023 i settori della comunicazione digitale e delle tecnologie medicali si confermano come i maggiori interessati alle attività di ricerca e di richiesta di brevetti.
Questi settori, dal più alto tasso di brevettazione, vedono un’alta concentrazione di imprese americane, giapponesi, cinesi e coreane che – non a caso – guidano il mercato globale, seguite da quelle europee che faticosamente sono alla rincorsa di grandi colossi come Huawei, Samsung e Qualcomm.
In Italia i settori che hanno registrato una crescita maggiore di domande di brevetto sono quelli dei macchinari elettrici e di produzione energetica (che contribuiscono alla ricerca e alla produzione di nuove tecnologie nelle rinnovabili), dei trasporti e delle tecnologie mediche – settori questi dove il nostro Paese è stabilmente tra i primi dieci per domande di brevetto depositate.
Il ruolo delle donne
Uno studio condotto dall’EPO nel 2022 ha mostrato come il coinvolgimento delle donne nella brevettazione sia in crescita.
Il contributo è salito al 20% circa solo a partire dal 2014, se guardiamo alla partecipazione di almeno una donna al team di ricerca che ha depositato il brevetto, mentre rimane al 10% se si considera le inventrici.
Rispetto ai primi anni di attività dell’Ufficio Europeo dei Brevetti, il ruolo femminile nella ricerca è di certo cresciuto, ma siamo ancora lontani da un maggiore bilanciamento del contributo dei due sessi.
Infatti, nonostante il numero di donne che studiano e lavorano nel campo della ricerca scientifica sia sempre maggiore, queste ricoprono mediamente il 35-40% delle posizioni.
Se poi guardiamo al ruolo ancora marginale delle singole inventrici, la percentuale scende drasticamente, con l’Italia che si muove all’interno della media europea (circa il 14%), superiore solo al dato del Giappone (10%).
Non solo brevetti, in Italia cresce anche il mercato
delle start-up innovative (e green)!
_Simone Picchi