Se ne parla tanto, esiste un piano d’azione dell’UE, ma non tutti hanno chiaro di cosa si tratti nel concreto. Facciamo chiarezza per includerla nella nostra quotidianità
Ridurre, riutilizzare e riciclare: tre azioni che riassumono il significato di economia circolare. Il suo modello di crescita economica infatti prevede il riuso e il riciclo delle materie prime e dei prodotti. Sì, ma perché? Semplice, per estendere il loro ciclo di vita e ridurre anche i rifiuti ma non solo. Il concetto di “usa e getta” deve diventare un lontano ricordo. Scopriamo come rendere l’economia circolare una pratica quotidiana.
L’opposto dell’economia lineare
L’approccio circolare punta a una crescita e sviluppo che si rigenera continuamente, senza sprechi, e che si contrappone a quella modalità dedita al continuo consumo che ha contraddistinto la nostra epoca fino ad ora. L’economia lineare si fonda infatti sul principio “estrarre, produrre, utilizzare e gettare”, grazie alla sconfinata disponibilità di quantità di materiali ed energia e a costi bassi e accessibili da cui fino ad ora abbiamo attinto. In poche parole, fino a quando si è potuto abbiamo sfruttato le risorse del Pianeta, consumando e producendo oltre il nostro fabbisogno, sposando una filosofia usa e getta, senza pensare alle conseguenze. Ora, consapevoli della situazione, possiamo e dobbiamo invertire la rotta. Come? Condividendo, prestando, riutilizzando, riparando, ricondizionando e riciclando materiali. Se in media gli oggetti, gli abiti e i device elettronici rimangono con noi circa 6 mesi prima di cambiarli con una versione più nuova, forse, dobbiamo imparare ad affezionarci di più e riconoscere il valore delle cose. Anche in caso di malfunzionamento di un prodotto, i materiali di cui è composto possono essere reintrodotti, nella maggior parte dei casi, nel ciclo economico, diventando componenti essenziali per nuovi articoli. Come in un ingranaggio continuo e virtuoso che dobbiamo potenziare e alimentare con le nostre scelte quotidiane.
Oltre l’usa e getta
Ci siamo passati tutti: compriamo vestiti a poche decine di euro pensando che, anche se si dovessero rovinare in breve tempo, potremmo acquistarne altri, visto il basso prezzo. Niente di più sbagliato. E così ci succede anche con lo smartphone: restiamo in attesa del modello successivo dopo appena qualche mese, forse un anno e poi lasciamo da parte quello precedente per accogliere tra le nostre mani un nuovo schermo più grande e performante. In molti casi tutti questi device finiscono, se non smaltiti correttamente, in discariche a cielo aperto. Stessa sorte per t-shirt e jeans a 9,99 euro delle catene di fast fashion e non, come conferma il ritrovamento nelle dune di Atacama, in Cile, di una montagna di 39mila tonnellate di indumenti.
A che punto siamo con l’economia circolare?
Solo nell’Unione europea, come conferma lo stesso Parlamento europeo, si producono oltre 2,5 miliardi di rifiuti. Per questo, già nel 2020, la Commissione europea ha presentato un piano d’azione per una nuova economia circolare (qui il testo completo) in cui vengono proposte misure per promuovere prodotti sostenibili, responsabilizzare i consumatori e ridurre i rifiuti. Ma non solo. Nel febbraio 2021 si sono aggiunte al piano alcune misure ad hoc per raggiungere “un’economia a zero emissioni di carbonio, sostenibile dal punto di vista ambientale, libera dalle sostanze tossiche e completamente circolare entro il 2050”. Le modifiche prevedono anche norme più severe in materia di riciclo e sull’impronta ecologica dei materiali.
Notizie incoraggianti sulle performance dell’Italia in materia arrivano dal “IV Rapporto nazionale sull’economia circolare” realizzato dal CEN (Circular Economy Network), la rete promossa dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile assieme a un gruppo di aziende e associazioni di impresa, in collaborazione con Enea (Ente per le nuove tecnologie, energia e ambiente). Tre sarebbero i fronti in cui il nostro paese si è dimostrata virtuosa rispetto agli altri quattro analizzati (Francia, Germania, Spagna e Polonia):
- In media in Europa nel 2020 sono state consumate 13 tonnellate pro capite di materiali. Tra i cinque paesi esaminati il dato più basso è quello italiano con 7,4 tonnellate per abitante. 17,5 per la Polonia, Germania a quota 13,4 tonnellate, Francia a 8,1 e Spagna a 10,3.
- In Europa nel 2020, a parità di potere d’acquisto, per ogni kg di risorse consumate sono stati generati 2,1 euro di PIL. L’Italia è arrivata a 3,5 euro di PIL (il 60% in più rispetto alla media UE).
- Nel 2020 il tasso di utilizzo di materia proveniente dal riciclo nell’UE è stato pari al 12,8%. In Italia, sempre nello stesso anno, il valore ha raggiunto il 21,6%, secondo solamente a quello della Francia (22,2%).
E tu, cosa puoi fare a casa?
Fino ad ora abbiamo capito come si sta cercando di gestire la tematica dell’economia circolare a livello europeo. Ma senza andare troppo lontano e senza pensare troppo in grande, esistono alcuni piccoli spunti e azioni quotidiane che anche tu puoi scegliere consapevolmente di mettere in pratica. Eccone alcune da cui partire:
- per evitare lo spreco di bottiglie di plastica, utilizza un depuratore per l’acqua da agganciare al tuo rubinetto oppure scegli bottiglie di vetro da riempire con l’acqua delle sorgenti urbane presenti in molti comuni italiani
- vestiti e scarpe che non usi più? Donali, scambiali oppure vendili sulle app per rimettere in circolazione i capi d’abbigliamento. Ne esistono ormai davvero tante, c’è l’imbarazzo della scelta.
- Sfrutta i mercatini di quartiere e cittadini per scovare chicche e rimettere in circolo dagli abiti ai mobili, fino a oggettistica per la casa e molto altro. Basterà una ricerca online per scoprire giorno e luogo dei mercati della tua città.
- hai mai sentito parlare degli swap party? All’interno di bar, librerie e altri esercizi commerciali stanno prendendo piede questi “mercatini del baratto” in cui lo scambio di oggetti, capi di abbigliamento e accessori permette di conoscere persone, acquistare e vendere senza spendere un euro.
- preferisci acquistare i tuoi vestiti in negozio? Scopri come fare acquisti più consapevoli e punta sulla qualità e la durabilità.
- quando fai la spesa, occhio al packaging dei prodotti (scegli involucri differenziabili) e prediligi prodotti a km 0 di produttori locali.
- dai ai rifiuti e scarti una nuova vita! Crea concime per le piante con i rifiuti organici, oppure dedicati al riciclo creativo: riutilizza barattoli di vetro per creare delle candele, barattoli di latta come coprivasi, bicchieri in plastica usa e getta come vasi per le tue talee. Altre idee più bizzarre? Qualcuno con gli scarti ci ha creato opere d’arte, guarda un po’!
- evita la pellicola trasparente o l’alluminio e scegli involucri in cera d’api per ricoprire gli alimenti, opta invece per panni e carta assorbente da cucina lavabile e non usa e getta.
- saponi, detergenti e shampoo: ormai le alternative solide e in pastiglie non mancano. Basta sciogliere il tutto in acqua per avere detergenti per la casa, detersivi per la lavatrice e per il bagno da creare e ricreare nello stesso contenitore, senza sprechi.
- ripara invece di buttare: rammenda gli abiti, trova pezzi di ricambio online, porta in riparazione oppure, fin dal principio, acquista oggetti ricondizionati, per esempio il tuo smartphone o computer: un investimento a lungo termine con vantaggi non da poco.
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_Alice Nicole Ginosa