Due mani si stringono e navigano tra i canali di Venezia. Il progetto Beyond Walls ha fatto tappa alla Biennale con un messaggio di speranza
L’idea alla base di Beyond Walls è quella di ricreare la più grande catena umana al mondo attraverso la pittura di gigantesche mani che si avvolgono. Un segno universale per superare i muri fisici e mentali. che gli uomini, da sempre, costruiscono tra di loro.
Saype è uno dei maggiori protagonisti del nuovo movimento della land art mondiale. Da sempre impegnato nel sociale e attento ai temi della sostenibilità, ha sperimentato una pittura biodegradabile che riduce l’impatto ambientale e scompare naturalmente nel tempo senza bloccare la normale crescita dell’erba. La stessa che colora le opere in ogni tappa del progetto artistico.
Un viaggio in 30 città e 5 continenti
Le mani stanno facendo il giro del mondo tra colori, forme e dimensioni diverse. Una catena umana partita da Parigi, ai piedi della Tour Eiffel per tutta la lunghezza del Champ de Mars. Quella della capitale francese è stata la prima tappa, a partire dal giugno 2019, di un lungo itinerario di oltre 30 città sparse in ogni continente. La tappa di Venezia è stata la 12esima del lungo cammino.
Prima del capoluogo veneto era toccato a Dubai in occasione dell’Expo, posticipato al 2021 a causa della pandemia, non prima di aver abbracciato anche il continente africano: le vie di Città del Capo in Sudafrica e i distretti della cittadina marittima di Ouidah nel Benin.
Tra le mura romane di Torino
Se c’è una città dove il progetto Beyond Walls si è spinto letteralmente oltre le mura costruite dagli uomini, quella è Torino.
All’ombra della Porta palatina, il messaggio di speranza è stato ospitato negli oltre 6000 metri quadrati dedicati all’interno del Parco archeologico di una delle più antiche porte romane meglio sopravvissute al mondo. Un simbolo del passato unito al presente attraverso mani di uomini e donne dalle forme e colori unici che raccontano di un’umanità plurale fatte di vite, culture, sogni e aspirazioni accomunate dal desiderio di pace.
Gli altri progetti: Human Story e Trash
Beyond Walls è solo l’ultima iniziativa in linea temporale dell’artista attraverso la quale ridisegna spazi di umanità. Con i suoi fedeli colori, da diversi anni dipinge spazi verdi in giro per il mondo lasciando sul terreno un forte messaggio di umanità unita all’ecologia.
Il progetto Trash, come suggerisce il nome, racconta la cultura del consumismo attraverso la raffigurazione di enormi rifiuti sparsi in paesaggi splendidi. Un atto di accusa verso il nostro rapporto malsano nei confronti degli oggetti che vengono gettati via e che spesso vanno a contaminare enormi spazi, trasformandoli in breve tempo in vere e proprie discariche con conseguenze irreparabili per l’ambiente e per la salute di uomini e animali.
I sogni dei bambini, le speranze dei giovani e il rispetto degli anziani sono i temi principali delle opere del progetto Human Story che riflette sul senso dell’umanità e sul legame tra le persone. Anche qui i volti segnati dalla pittura biodegradabile vengono immersi nei luoghi dell’uomo, tra grandi centri abitati e piccole realtà rurali, portando con sé tracce di speranza per il futuro
La land art è un ottimo modo per sensibilizzare.
Dai un’occhiata anche a queste opere di Dario Gambarin!
_Simone Picchi