Un Parco Tecnologico sorto sulle rive del Borgo Dora, quartiere sinonimo di industrie pesanti e produzione energetica. Dal brown al green: un’intera area depressa tornata a vivere grazie all’unione tra ambiente e innovazione
Il nome di Torino è ancora associato alla FIAT e al mondo dell’industria anche se nel corso degli ultimi decenni la città sta cercando una diversa identità e una diversa via per il suo sviluppo. Il grigio dell’asfalto e dei capannoni che contraddistinguevano Torino sta pian piano lasciando spazio alle bellezze di una città spesso sottovalutata ma che da sempre è in prima fila nell’innovazione.
La metamorfosi di Torino
Il tessuto urbano sta cambiando pelle, coinvolgendo luoghi simbolo dell’industria torinese come il Lingotto o la Nuvola Lavazza ora proiettati verso il futuro dopo la chiusura di un ciclo glorioso durato oltre un secolo.
Sulle sponde della Dora Riparia, il grande fiume che sfocia nel Po, si trova un centro immerso nel verde all’insegna dell’innovazione e della sostenibilità.
L’Environment Park è un esempio di riqualificazione urbana su larga scala di ex impianti industriali che avevano caratterizzato il tessuto sociale e il paesaggio di questo (grande) angolo di città.
Da area industriale a parco per l’innovazione tecnologica
Il Parco Tecnologico di Torino si trova in un’area non casuale, lì dove sin dalla fine dell’Ottocento sorgevano complessi industriali pesanti come siderurgie e fonderie di proprietà della FIAT e officine storiche come Savigliano.
Con la progressiva chiusura degli impianti della casa automobilistica e la crisi del settore industriale, negli anni Novanta è stato lanciato un ambizioso programma di riqualificazione urbana di un’area pesantemente industrializzata come quella dei quartieri del Borgo Dora.
L’obiettivo era quello di trasformare radicalmente l’area e riconsegnarla alla collettività con particolare attenzione verso l’architettura sostenibile e la bioedilizia.
Oggi il paesaggio è contraddistinto da parchi e aree verdi e da strutture strette nel dolce abbraccio delle piante sempreverdi e dei rampicanti e dai percorsi inclusi nei suoi prati.
Non solo Campus tecnologico
L’Enviroment Park si sviluppa su un’area di oltre 35000 metri quadrati.
L’Area Campus, nodo economico dell’area, ospita 70 aziende e diversi laboratori di ricerca tecnologica e scientifica gestiti in collaborazione con il Politecnico di Torino e l’Istituto Italiano di Tecnologia. Gli edifici adottano soluzioni di bioedilizia tra tetti e pareti verdi di piante rampicanti che li costeggiano, centrali di recupero dell’acqua piovana… e un vero e proprio apiario su uno dei suoi tetti!
Il Totem fotovoltaico è un’opera evocativa che integra architettura e tecnologia senza trascurare il forte impatto visivo.
Le strisce di pannelli a doppie strisce di vetro sono sorrette da questa enorme struttura di legno larice a forma di vela, che con i 200 metri quadrati è in grado di produrre circa 17000 kW l’anno.
Anche le acque della Dora Riparia fanno la loro parte nella produzione di energia pulita per il fabbisogno energetico dell’Enviroment Park. All’interno della c.d. Valle Verde è posizionata una piccola centrale idroelettrica in grado di produrre 17000MwH l’anno e di riconsegnare al fiume acqua depurata, contribuendo – anche se in maniera minima – alla pulizia del suo letto che ancora risente dell’inquinamento portato dalle attività produttive della zona dal secondo dopoguerra.
Infine il Centro Congressi, l’ultima struttura in ordine temporale, attivo dal 2006 costruito all’interno dello scheletro metallico delle vecchie Ferriere FIAT che con gli anni è sempre più immerso tra i fusti, i rami e le foglie degli alberi che lo circondano.
Questo spazio dedicato agli eventi composto da listelli in legno, può accogliere fino a 300 persone in sale ispirate dai principi della bioedilizia, a partire dall’utilizzo di materiali sostenibili e dalla ricerca dell’efficienza energetica, i veicoli elettrici grazie alle colonnine presenti nell’isola digitale e i curiosi che sulle panchine smart potranno caricare i loro dispositivi.
Le nostre città cambiano e guardano a un futuro più green.
Ecco come le fabbriche dismesse tornano a nuova vita!
_Simone Picchi