In passato abbiamo già raccontato dei progetti architettonici ecosostenibili, come nel caso dello stadio di Philadelphia. Opere diverse tra loro ma entrambe proiettate nel futuro, a dimostrazione di come anche le più ambiziose innovazioni nel vadano di pari passo con la ricerca di soluzioni a impatto zero per l’ambiente.
In questa corsa verde anche il nostro paese si muove a passo svelto con progetti che aumentano di anno in anno.
Torino si è dimostrata una città d’avanguardia nel settore della bioedilizia, principalmente nella riconversione delle strutture industriali ereditate dall’indotto Fiat. Le aree vanno moltiplicandosi per fornire nuove opportunità di sviluppo per i settori produttivi che fanno dell’innovazione e della ricerca ecosostenibile il loro obiettivo.
Le storiche realtà produttive della città non sono da meno: è il caso della nuova sede della Lavazza.
Un progetto ecosostenibile certificato LEED Platinum
Nonostante la dimensione economica dell’azienda abbia ormai attraversato i confini del nostro paese, il quartiere generale ha trovato spazio nello stesso quartiere Aurora, da sempre teatro storico dello sviluppo dell’azienda.
Gli oltre 30.000 metri quadrati del complesso della Nuvola hanno preso il posto di una serie di strutture industriali abbandonate.
Le forme armoniose – che ricordano quella di una nube- integrate con le classiche facciate dei palazzi dei dintorni, l’estetica contemporanea data dal massiccio utilizzo del vetro unita all’utilizzo del più classico pavè dei marciapiedi, fanno della Nuvola un esempio di sintesi tra passato e futuro.
Le parole di Mario Lavazza sintetizzano al meglio le idee alla base del progetto. “Un edificio studiato per il riutilizzo circolare delle risorse e per interpretare al meglio il concetto di impresa sostenibile, la vera parola d’ordine e sfida dell’architettura contemporanea. Tutto è stato pensato per massimizzare il comfort delle persone e il risparmio energetico” – continua il vice-presidente – “grazie all’utilizzo di tecnologie all’avanguardia.”
Il nuovo centro direzionale Lavazza produce autonomamente il 25-30% della sua energia attraverso fonti rinnovabili: come l’impianto ad acqua di falda per la componente termica e frigorifera, quello fotovoltaico per la generazione elettrica e il sistema di recupero di calore per il trattamento dell’aria. Senza dimenticare l’utilizzo di impianti di illuminazione Led per sfruttare al meglio la luce naturale e diminuire il consumo di energia elettrica.
Le scelte green non finiscono qui!
Tutti i materiali scelti, previsti sin dal progetto iniziale dell’architetto Cino Zucchi, sono a basso impatto emissivo: dai rivestimenti in bronzo, alle pitture murali, sino alle vernici utilizzate, ognuno di essi ha un impatto limitato sull’ambiente.
Nel 2018 la Nuvola ha ricevuto la certificazione LEED livello Platinum, il più alto dei riconoscimenti nel campo dell’eccellenza energetica e ambientale degli edifici, a conferma della bontà di un progetto ecosostenibile e innovativo tra i migliori al mondo.
Non solo uffici ma anche spazio per la cultura e la storia
Il centro direzionale Lavazza non è interamente occupato dagli uffici. Nel grande perimetro sono presenti diverse strutture legate all’azienda… e non solo!
La Centrale, area in precedenza occupata da una centrale elettrica, è uno spazio di 4.500 metri quadrati dedicata agli eventi, ai congressi e alle attività culturali, musicali e artistiche in grado di accogliere sino a mille persone.
Spazio alla cultura del buon cibo nell’area Condividere, dove l’esperienza della degustazione della cucina italiana incontra quella del sacro rituale del caffè (rigorosamente Lavazza!) e nel bistrot ispirato dalla filosofia Slow Food aperto non solo ai dipendenti, ma anche ai cittadini e agli studenti dello IAAD (presente con la sua struttura nell’area della Nuvola).
Tradizione gastronomica che è anche quella di un’azienda e della sua storia nel territorio.
Il Museo Lavazza racchiude il percorso e la memoria di un marchio raccontato grazie ai documenti, i racconti e le immagini che sono parte di una grande famiglia italiana e del suo sogno.
Il passato riaffiora anche dalle fondamenta della Nuvola! Durante i lavori di costruzione è stata scoperta una basilica paleo-cristiana del IV-V secolo d.C., un ritrovamento che ha costretto alla modifica del progetto iniziale, ma che non ne ha fermato lo spirito innovativo: infatti, l’ampio spazio sotterraneo di circa 1.600 metri quadrati è stato integrato con la creazione di un’area archeologica aperta al pubblico.
Infine, lo spazio verde aperto al pubblico dove rilassarsi tra i suoi piccoli vialetti rivestiti in pietra, le aiuole ricche di piante, gli alberi di medie e grandi dimensioni e le immancabili panchine sulle quali sedersi.
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_ di Simone Picchi