Poche gocce al minuto per sprecare l’acqua che un essere umano beve in un anno. Breve viaggio nella dispersione idrica italiana
Quello di “chiudere bene il rubinetto” è uno di quei piccoli insegnamenti che ciascun bambino riceve (o dovrebbe ricevere) già in tenera età. Una buona abitudine che fa bene alla bolletta ma, soprattutto, contribuisce ad evitare di disperdere la più importante delle risorse naturali: l’acqua.
Eppure oggi tutti sono consapevoli che non bastano le piccole attenzioni quotidiane per risolvere il problema della dispersione idrica. Quello dell’acqua è infatti un tema che va affrontato con cambiamenti strutturali, che investono la responsabilità di istituzioni e imprese. Del resto, è noto da tempo che il tema della non dispersione dell’acqua sia centrale per il destino del Pianeta. Non a caso l’Italia è stata formalmente deferita alla Corte di Giustizia UE perché non riesce a depurare e riutilizzare correttamente le acque reflue derivanti da uso domestico, agricolo o industriale.
Ma lasciando da parte per un attimo i grandi temi globali per tornare alla vita di tutti i giorni, vi siete mai chiesti quanto consuma un rubinetto che perde?
Quanto consuma un rubinetto che perde?
Ovviamente lo spreco d’acqua di un rubinetto che perde dipende dalla frequenza con cui gocciola. Solo per dare qualche numero, un rubinetto che perde 90 gocce al minuto (quindi non poco, più di una goccia al secondo) disperde 4.000 litri di acqua all’anno.
Non bisogna essere un asso in matematica per capire che anche una minima perdita (20 gocce al minuto, una ogni 3 secondi) basterebbe per sprecare quasi 900 litri di acqua l’anno… Più di quella consumata in 12 mesi da un essere umano per dissetarsi.
Un enorme danno per l’ambiente che pesa in modo non indifferente sulla bolletta. Andiamo ora a vedere quali sono i modi per evitare gli sprechi.
Alcuni possibili rimedi
Ecco un breve promemoria su come evitare gli sprechi d’acqua in casa:
- Manutenere immediatamente i rubinetti che perdono. Quanto ciò possa fare la differenza è più che evidente nei numeri riportati nel paragrafo precedente;
- Installare rubinetteria a basso flusso, che consente di ridurre i consumi senza modificare le proprie abitudini;
- Prestare attenzione a piccoli gesti quotidiani (come chiudere l’acqua della doccia mentre ci si insapona).
Ma attenzione: la lotta agli sprechi d’acqua non ricade unicamente sulle spalle dell’inquilino. Oggi architetti e progettisti si pongono già a monte il problema di assicurare un corretto uso delle risorse idriche. In questo modo sono nati edifici pensati appositamente per evitare gli sprechi d’acqua. Non sono pochi, infatti, gli esempi di come la bioedilizia stia affrontando il tema: dai tetti permeabili che raccolgono l’acqua piovana per riutilizzarla nell’irrigazione, fino ad arrivare agli impianti sempre più performanti e ai sistemi di depurazione e riuso.
Il problema degli acquedotti italiani
Naturalmente il problema dello spreco d’acqua riguarda non solo (e non tanto) i singoli rubinetti domestici, quanto piuttosto la grande dispersione causata dall’inadeguatezza infrastrutturale degli acquedotti italiani. Secondo una ricerca del FAI, per esempio, il 45,3% della dispersione idrica italiana si realizza nel settore civile proprio a causa dell’obsolescenza degli acquedotti: il 60% della rete nazionale ha più di 30 anni.
Incredibile il dato che ne deriva: ogni 100 litri di acqua immessi nella rete italiana, se ne perdono ben 41,4.
Anche l’agricoltura (e in particolare l’irrigazione) causa un enorme spreco d’acqua (circa il 15% del totale), mentre industria e altri usi rappresentano una porzione residuale della dispersione idrica complessiva. Sempre secondo il FAI, in Italia si sprecano con queste modalità 7,6 miliardi di m3 di acqua.
Sai che alcune isole stanno per sparire
a causa del cambiamento climatico?
_Matteo Donisi