La direttiva Ue antirifiuti dovrebbe rendere le riparazioni più semplici anche oltre il periodo di garanzia legale
L’obiettivo è quello di applicare in maniera più efficace il principio “reduce-recycle-reuse”, cercando di abbattere la produzione di rifiuti e di prolungare il ciclo di vita degli oggetti attraverso regole più chiare e favorevoli sulla riparazione. I Paesi dell’Ue hanno ora due anni di tempo per recepire la direttiva nel proprio ordinamento interno.
La direttiva in sintesi
Durata del periodo di garanzia legale per i prodotti riparati, accesso a pezzi di ricambio, informazioni e strumenti a costo ragionevole: questi gli aspetti principali della direttiva che, si spera, potrà dare una svolta alla questione delle riparazioni, spesso una vera missione impossibile per molti consumatori.
Se i prodotti vengono riparati, il sistema dovrà farsi carico di meno rifiuti. Meno rifiuti significa meno emissioni di gas serra e meno materiali da impiegare nella produzione di nuovi oggetti.
In cifre: 18,5 mln di tonnellate di emissioni in meno, 1,8 mln di tonnellate di materiali in meno da utilizzare nella produzione, 3 mln di tonnellate di rifiuti in meno in 15 anni.
Non solo. Anche in termini economici dovrebbe esserci un risparmio, quantificato in 15,6 mld di euro sempre nell’arco dei prossimi 15 anni per venditori e produttori e di 176,5 mld di euro per i consumatori. Inoltre, a beneficiarne saranno anche i soggetti che si occupano di riparazioni, con investimenti stimati di circa 4,8 mld di euro.
Cosa cambia per i consumatori
Innanzitutto l’obiettivo è quello di rendere più semplici e meno costose le procedure di riparazione e di tutelare il consumatore oltre il periodo di garanzia e “per qualsiasi difetto”.
Il venditore dovrà comunque offrire la riparazione gratuita durante il periodo di garanzia legale, intanto la riparazione sarà promossa anche attraverso incentivi al consumatore. In questo senso compariranno ad esempio voucher o soluzioni come l’estensione della garanzia di un anno sul prodotto riparato. Per prodotti come lavatrici, display, aspirapolveri, hard disk il produttore avrà l’obbligo di intervento fino a 5/10 anni dall’acquisto.
E per i cellulari? Si attende l’adozione dei requisiti di riparabilità per la progettazione ecocompatibile.
Servizi di riparazione e informazione
La riparazione si attiva sia per difetto che usura del prodotto, con il consumatore che dovrà sempre poter rintracciare un soggetto a cui affidarsi. Uno standard Ue di qualità e durata sarà applicato ai servizi di riparazione, in modo che tutti abbiano una soglia minima da rispettare e il consumatore possa conoscere in anticipo quali riparatori rispettino lo standard fissato.
Nel caso di prodotti che il consumatore è tenuto a riparare da sé, sarà il produttore a dover comunicare questa informazione. Per quanto riguarda il tempo massimo entro il quale la riparazione dovrà essere completata, lo si identifica come ragionevole ma la direttiva fissa per i produttori l’obbligo di fornire al consumatore un prodotto sostitutivo temporaneo (o ricondizionato se il prodotto da riparare non è riparabile).
Per tutto il ciclo di vita del prodotto inoltre si avrà accesso a pezzi di ricambio, informazioni e strumenti a costo ragionevole, una mossa che dovrebbe essere da stimolo alla concorrenza e dovrebbe portare alla diminuzione dei costi di riparazione. Tutti i parametri (tempo di riparazione, collocazione geografica, prezzo) saranno inseriti online in modo da rendere il consumatore consapevole e fornire tutte le informazioni per scegliere il soggetto migliore a cui affidarsi o, eventualmente, soggetti che offrono prodotti ricondizionati.
C’è un tesoro nelle nostre discariche!
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_Andrea Solari