Il Mare Adriatico così come lo conoscevamo non esiste più. Effetti evidenti del cambiamento climatico
Da qualche tempo la situazione è diventata sempre più evidente: qualcosa nel Mar Adriatico sta cambiando. Molti pesci sono spariti, soprattutto rombo e pesce bianco, mentre ha fatto la sua comparsa il pesce spada. Un mare sempre più tropicale, che porta i segni del cambiamento climatico e del surriscaldamento delle acque.
Il cambiamento nelle parole dei pescatori
Un reportage del Guardian ha dato voce ai pescatori che da anni vedono il loro mare cambiare, insieme ai ritmi delle stagioni che sembrano non essere più gli stessi.
L’acqua è ormai calda, molto calda. Quando ci si immerge sembra di essere a casa nella propria vasca da bagno. E poi le onde, che sembrano essere sparite. Un mare sostanzialmente piatto, con i pesci che intanto sembrano essere lentamente spariti. Non sono soltanto sensazioni: l’istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste ha misurato quelle acque ed è stata registrata una temperatura che arriva persino a 30 gradi centigradi a 6 metri di profondità. Vi ricorda qualcosa? Già, ricorda l’acqua del mare che si trova ai Tropici.
Mucillagine e danni collaterali
Non si tratta però soltanto di un problema di temperatura.
A inizio estate in molti punti della costa è sorta la questione mucillagine. Si tratta di un aggregato la cui consistenza ricorda la gelatina, di colore bianco-marroncino, che viene prodotto da alghe, microalghe e batteri. Non inquina né genera problemi alla salute umana, ma ai turisti proprio non piace. Al contrario, è un pericolo per il motore delle barche e le reti da pesca, al punto che molti pescatori hanno dovuto interrompere le attività. Danni economici, dunque, al turismo e ai pescatori locali.
E non è finita qui. La mucillagine uccide alcune specie marine nel momento in cui inizia ad accumularsi in grandi quantità sui fondali e toglie ossigeno a forme di vita come cozze e vongole.
Le ragioni del problema
Neanche a dirlo, la colpa è del cambiamento climatico, in particolare del surriscaldamento delle acque, a cui si aggiunge un mutamento delle correnti. La corrente calda tende a risalire verso la superficie, intanto le acque dei fiumi – in quantità cospicua a seguito di considerevoli piogge – si riversano nel mare e vanno a offrire nutrimento alle alghe, che si moltiplicano anche per via del susseguirsi di parecchi mesi sostanzialmente tiepidi.
Infine, le sostanze chimiche. La mucillagine non è solo frutto di tutto questo. C’è anche la mano dell’uomo, che soprattutto in agricoltura utilizza sostanze come azoto e fosforo, che dal Po arrivano appunto al mare e forniscono nutrienti in eccesso.
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_Andrea Solari