Grazie ai materiali di costruzione nelle case passive le temperature delle stanze si autoregolano… ma ogni abitazione può diventare così!
L’ingegneria edile ha imboccato da tempo la strada della sostenibilità. Se ci concentriamo sul tema della riduzione dell’impatto ambientale a parità di comfort, ecco che le case passive rappresentano un modello virtuoso di abitazione. Rispetto agli edifici tradizionali le case passive non hanno bisogno di forniture esterne per la regolazione della temperatura, ma sono in grado di riscaldare o rinfrescare autonomamente l’ambiente grazie ai materiali di costruzione.
Cosa si intende per “casa passiva”
La prima casa passiva è stata costruita in Germania nel 1991 e negli anni tanti architetti di tutto il mondo hanno progettato edifici passivi con tanto di certificazione internazionale. Ma ad oggi le case passive continuano ad essere poche. Il motivo è che i costi di costruzione sono più alti rispetto a quelli delle abitazioni tradizionali (tra il 7% e il 10% in più, secondo alcuni dati). Le previsioni dicono tuttavia che nel giro di qualche anno i prezzi diventeranno più competitivi.
Da una villa a un appartamento, ogni abitazione può diventare una casa passiva. Anche edifici già esistenti possono essere ristrutturati seguendo il modello dell’efficienza passiva, risparmiando fino al 90% sui costi futuri.
Il primo elemento da valutare per la realizzazione di una casa passiva è il materiale. Di solito per le pareti si usa l’intonaco da argilla (che regola in automatico l’umidità) oppure materiali prefabbricati idrorepellenti in paglia o in carta rinforzata. Per i pavimenti delle soluzioni utili possono essere la terra cruda o il legno.
La temperatura delle case passive si può poi regolare con impianti di ventilazione a flusso incrociato che riescono a recuperare quasi tutto il calore, così da evitare di installare i termosifoni.
Per quanto riguarda i consumi di acqua, le case passive dispongono di pompe di calore o caldaie a pallet e ovviamente impianti a energia rinnovabile e sistemi di monitoraggio che forniscono in tempo reale i dati sui consumi.
Poche case passive… e in futuro?
Come dicevamo, a causa dei costi di costruzione alquanto elevati di case passive se ne vedono ancora poche e soprattutto diffuse in Finlandia, Germania, Austria (dove dal 2015 il modello di casa passiva è obbligatorio per tutti gli edifici) e Paesi Bassi.
In Italia fra le poche costruzioni c’è il Palazzo 11 della Provincia autonoma di Bolzano, che nel 2012 ha ricevuto il riconoscimento internazionale di edificio passivo.
Negli ultimi anni però le imprese di costruzioni hanno adottato materiali sempre più sostenibili ed efficienti e tecniche sempre più innovative. Sembra quindi che il futuro sia proprio quello delle case passive, anche considerando l’approvazione della Direttiva Ue sulle case green, che fissa vincoli a supporto di una svolta nel settore.
Aumentano consumo di suolo e prezzi,
ma una casa su tre è vuota… ne parliamo qui!
_Matteo Melani