Un rapporto di Arpav lancia l’allarme: la “neve rossa” si fonde più rapidamente. E così la Marmolada perde il suo ghiaccio
L’area innevata e il ghiacciaio in corrispondenza della Marmolada sono il potente esempio degli effetti del cambiamento climatico. Il picco della loro riduzione è stato registrato tra il 31 luglio 2012 e il 31 luglio scorso attraverso un monitoraggio delle immagini. In altre parole, la riduzione è visibile e, visto che non sembra esserci un’inversione di rotta, l’ipotesi è che il ghiacciaio sia destinato a scomparire. Quando? Nessuno lo sa. O forse, per scaramanzia, si evita di formulare ipotesi.
I dati (poco rassicuranti) del report
Si tratta delle informazioni contenute nel rapporto Arpav 2024 e, in particolare, sono quelle che emergono dal pozzo nella roccia della stazione dell’agenzia regionale sul Piz Boè a 2.900 metri. In questo punto viene misurata la temperatura alle varie profondità. Quest’anno è emerso che lo strato attivo è particolarmente profondo. Significa cioè che lo strato di permafrost è sottile. Il ghiaccio si è sciolto.
La neve rossa
Potrebbe sembrare una definizione poetica, in realtà cela una situazione allarmante. La neve rossa è quella carica di sabbia del Sahara, che appunto anche in alta quota va a “sporcare” la tonalità della neve e la fa virare verso il rosso. Non sarebbe un problema in sé se si trattasse di un fenomeno inusuale, ma la frequenza negli ultimi anni è nettamente aumentata.
Cosa accade in questi casi? Secondo l’Arpav i microgranuli di sabbia che vanno a depositarsi sulla neve aumentano la sua capacità di assorbire energia del sole (fino al 40-60% di quella che la colpisce e che non viene riflessa). Se la neve è bianca l’energia assorbita è poca, dunque, se la neve si tinge di rosso ne assorbe molta, troppa, e si fonde più velocemente.
L’ennesimo mese più caldo di sempre
Sappiamo già che luglio è stato l’ennesimo mese più caldo di sempre. L’Arpal tuttavia registra anche un aumento delle precipitazioni tra ottobre e luglio 2024 nella zona interessata.
A livello di pericolo, non ci sono al momento conferme del legame tra questo fenomeno e possibili frane, resta il fatto che occhio nudo ormai l’arretramento dei ghiacciai italiani è visibilissimo. I panorami più celebri stanno cambiando e le conseguenze non sono soltanto un problema di cartoline. Sono il segno che qualcosa va cambiato. Subito.
I segni della crisi climatica sono ormai realtà:
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_Andrea Solari