Le banche stanno chiudendo sempre più sportelli, punto di riferimento nei piccoli comuni sempre meno popolati
Con lo smartphone siamo abituati a operare in autonomia sul nostro conto corrente ma gli uffici bancari rappresentano ancora punti di riferimento per moltissime imprese e risparmiatori. Negli ultimi anni la tendenza ha visto le banche chiudere gran parte dei propri punti fisici, soprattutto quelli situati in piccoli comuni. Secondo l’ultimo rapporto della Fondazione Fiba di First, Cisl, nei primi sei mesi del 2024 le banche italiane hanno chiuso altri 163 sportelli, con il risultato che tante persone rischiano di perdere l’accesso ai servizi del credito. Si tratta di un problema non di poco conto, che potrebbe persino portare all’abbandono dei luoghi di residenza: per sette italiani su dieci infatti la prossimità bancaria influisce sulla propensione all’investimento in prodotti finanziari, a conferma che la banca non è solo un luogo dove custodire i risparmi ma anche il motore dal quale si origina la produzione di ricchezza.
Le conseguenze della chiusura delle banche
La desertificazione delle banche ha interessato anche l’Italia intera e ne sono colpite tutte le regioni: Molise (-1,3% di punti bancari rispetto allo scorso anno ), Veneto (- 1,2%), Friuli Venezia Giulia, Lazio (- 1 %), Campania, Toscana (- 0,8%). Le province più desertificate sono Vibo Valentia, Isernia e Campobasso. Oltre che allarmare le amministrazioni comunali, la desertificazione ha portato al trasferimento di impiegati con il rischio della perdita del proprio posto di lavoro. Dal canto loro le banche hanno giustificato le chiusure spiegando che con l’internet-banking (cioè la possibilità di effettuare buona parte delle operazioni bancarie via internet) il bisogno di avere degli sportelli è venuto meno. Ma in realtà le cifre mostrano che in Italia l’internet-banking sia utilizzato solo dal 51,5% degli utenti contro una media Ue del 63,9%.
I primi a essere colpiti dalla chiusura delle banche sono gli anziani perché non hanno le competenze digitali dei più giovani, anche considerando che nella fascia tra i 65 e i 74 anni solo il 29,2% si avvale di internet per le operazioni sul proprio conto corrente.
Il rischio spopolamento per i comuni più piccoli
Da anni i comuni più periferici si stanno spopolando, con tanti giovani che scelgono di trasferirsi in zone vicine alla città in cerca di opportunità migliori, ma con la chiusura degli sportelli bancari anche tante piccole e medie imprese che operano nelle aree montane o nelle aree interne potrebbero lasciare il proprio territorio di attività: buona dei correntisti si avvale ancora della banca per il prelievo dei contanti e per avere consulenze su nuovi investimenti; la maggior parte delle persone si fida poi maggiormente di un operatore in carne ed ossa che di un’applicazione.
Ad oggi sono 3.282 i comuni privi di una filiale bancaria, vale a dire una una superficie complessiva pari a quella di Lombardia, Veneto e Piemonte, ma nel corso degli anni potrebbero aumentare. Risultano ancora pochi gli istituti che mettono a disposizione dei propri clienti gli sportelli mobili, cioè strutture itineranti all’interno di veicoli cvs e, nonostante i corsi di educazione digitale tanti utenti risultano ancora poco avvezzi con i servizi innovativi.
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_Matteo Melani