La nuova direttiva Ue sugli ecoreati potenzia la lotta ai crimini ambientali e inasprisce le pene
La Commissione Europea ha da poco approvato una nuova (e severa) direttiva di contrasto agli ecoreati. Il testo, che ora proseguirà il suo iter di approvazione, rischia di essere modificato e/o rallentato dalle proteste riguardanti le disposizioni sul ripristino dei suoli, ma introduce elementi di novità estremamente interessanti sul piano della giustizia comunitaria. Del resto, che l’Unione sia abbastanza attenta all’ambiente non lo si scopre oggi.
Anche se in molti chiedono sforzi maggiori, l’UE emana periodicamente direttive e regolamenti volti ad incoraggiare la transizione green: da quelli che possono sembrare dettagli sostanzialmente irrilevanti (come la norma sui tappi di bottiglia), fino ad arrivare a riforme strutturali e strutturanti di grande interesse (come quella sulla produzione e commercializzazione delle plastiche monouso). Andiamo a vedere quali sono le novità introdotte con le ultime disposizioni di Strasburgo.
I reati ambientali individuati dall’UE
La nuova direttiva UE identifica i principali ecoreati e per ciascuno prevede l’inasprimento delle pene. Nell’elenco aggiornato dei reati ambientali è possibile trovare gli incendi boschivi dolosi, la deforestazione illegale, l’estrazione e la contaminazione delle acque. Ma non mancano reati ben più impattanti, come lo smaltimento di rifiuti pericolosi e lo sfruttamento illegale di risorse minerarie.
Si tratta, in sostanza, di tutti i comportamenti e le azioni che possono danneggiare in modo rilevante l’aria, l’acqua, il suolo e, più in generale, ecosistemi e biodiversità. Tra queste, il caso dell’ecocidio, per il quale la nuova disposizione UE prevede fino a 10 anni di carcere.
Direttiva UE ecoreati: alcune novità
La nuova direttiva UE per il contrasto agli ecoreati fa parte di una pianificazione che prevede di mettere in campo iniziative e riforme volte a ripristinare il 20% delle aree degradate entro il 2030 (o quantomeno a riportarle in buone condizioni). L’idea complessiva è quella di andare nella direzione di una codificazione univoca del diritto penale europeo in materia di reati ambientali.
La normativa, inoltre, prosegue il lavoro iniziato nel 2008 (direttiva 99) con l’introduzione dell’obbligo di persecuzione dei reati contro l’ambiente.
Direttiva UE ecoreati: cosa succede ora?
Cosa succederà ora che la normativa è stata approvata? Innanzitutto, come previsto nella stessa direttiva UE sugli ecoreati, tra esattamente 5 anni le istituzioni europee dovranno aggiornare nuovamente l’elenco dei crimini ambientali. Per quel che riguarda l’effettiva efficacia del provvedimento, va invece precisato che i Paesi dell’Unione avranno 2 anni per recepirla e farla propria (come solitamente si prevede per tutte le disposizioni analoghe o assimilabili).
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_Matteo Donisi