Per la WMO è allarme rosso per il clima. Siamo vicinissimi al limite fissato dalla Cop 26 (+1,5°C) e l’aumento delle temperature non accenna a fermarsi
Il surriscaldamento globale indica l’aumento della temperatura media della superficie della Terra ed è dovuto soprattutto alle attività dell’uomo che, a partire dalla rivoluzione industriale, hanno portato ad un incremento dei gas serra. L’accordo di Parigi del 2015 ha fissato a 2°C rispetto ai livelli pre-industriali la soglia di surriscaldamento globale da non oltrepassare, pena disastri ambientali incontrollabili. Successivamente, la Cop26 di Glasgow del 2021 aveva abbassato questa soglia a 1,5 gradi. Ma l’aumento delle temperature sembra non avere fine e anche il 2023 fa registrare dati ben lontani dal limite massimo che eviterebbe conseguenze tragiche per il Pianeta.
Meteo e clima: la differenza
Abbiamo già visto qui come il cambiamento climatico sia un elemento talmente fondamentale nel mondo attuale da aver richiesto nuove parole per indicarne cause e conseguenze e per diventare più consapevoli sulla salute del nostro Pianeta.
Ma ancora qualcuno confonde erroneamente meteo e clima! Facciamo chiarezza.
Per “meteo” si intende una condizione temporanea di eventi atmosferici e temperature. Il “clima” è invece l’insieme degli eventi metereologici ed atmosferici che si verificano in un lungo periodo di tempo – almeno 30 anni – e riguarda l’equilibrio di parametri metereologici raggiunto in Atmosfera, Oceano, Biosfera, Criosfera ed Idrosfera in una determinata area geografica.
Per prevedere il clima futuro, un fattore importante è la concentrazione di CO2 nell’atmosfera, in quanto fortemente correlata con l’aumento anomalo della temperatura globale.
A un soffio dal limite
Nel 2023 il surriscaldamento globale è arrivato vicinissimo al limite, a 1,45°C con la WMO, l’Organizzazione metereologica mondiale, che ormai parla di allarme rosso.
Allarme rosso per il clima, perché il mondo ha quasi raggiunto la soglia fissata di 1,5 gradi e non ci sono segnali che il riscaldamento si fermi.
In particolare, la concentrazione in atmosfera di anidride carbonica, protossido di azoto e metano ha raggiunto livelli record nel 2022 e ha continuato a crescere nel 2023.
Oltre il 90% degli oceani ha registrato ondate di calore rilevanti nel 2023 e circa un terzo le ha registrate quotidianamente, mentre i ghiacciai hanno perso il maggior volume di ghiaccio finora registrato.
Infine, siccità, alluvioni ed incendi, conseguenza del riscaldamento globale, hanno effetti disastrosi soprattutto per i Paesi più poveri e, rispetto a prima della pandemia, le persone con acuta insicurezza alimentare sono più del doppio.
Azioni individuali che fanno la differenza
Per ridurre il riscaldamento globale occorre un’inversione di rotta drastico soprattutto da parte dei leader del Pianeta e da parte dei Paesi che sono maggiormente responsabili della situazione attuale. Ma ognuno di noi può mettere in atto azioni quotidiane concrete che vanno verso la direzione giusta e supportano obblighi normativi e azioni globali imposti per contenere l’aumento delle temperature.
Ad esempio risparmiare energia in casa, abbassando gli impianti di riscaldamento e di raffreddamento, camminare, pedalare o utilizzare i trasporti pubblici per ridurre l’emissione di gas ad effetto serra, cambiare abitudini alimentari riducendo il consumo di carne e latticini (gli alimenti di origine vegetale producono meno emissioni di gas serra e richiedono un utilizzo più basso di energia, acqua e suolo), sprecare meno cibo perché quando il cibo marcisce in discarica produce metano che è un potente gas ad effetto serra, ridurre-riusare, riparare, riciclare perché molti dei prodotti che compriamo provocano emissioni di carbonio in ogni fase della produzione.
Un documentario sulla crisi climatica
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_Miriam Tettamanti