La proposta: dehors smoke-free in bar, ristoranti e locali a tutela dei non fumatori e dei soggetti fragili (e della Terra)
Divieto di fumare ai tavolini e in generale nelle aree all’aperto di bar, ristoranti, locali e discoteche nonché negli spazi adiacenti agli uffici pubblici. È questa l’iniziativa lanciata dall’associazione IDeal – Organization for Digital Politics, insieme a Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori e Fondazione Umberto Veronesi, per promuovere la creazione di dehor smoke-free a tutela della dei non fumatori e dei soggetti fragili. “Non si tratta di una campagna contro i fumatori come qualcuno sostiene – sottolineano i giovani attivisti di Ideal – ma è una tutela di coloro che hanno deciso di non fumare e delle persone fragili (asmatici, donne in gravidanza, bambini, cardiopatici, malati oncologici)”.
L’iniziativa c’è, il disegno di legge pure, ed è a firma del senatore Giuseppe Auddino, ma ad oggi si attende che il Senato avvii una discussione in merito.
È innegabile che sia i fumatori sia i soggetti esposti al fumo passivo vanno incontro a malattie croniche a carico del sistema sanitario nazionale, senza contare, aggiungono i promotori dell’iniziativa, che fumare la sigaretta porta ha un utilizzo improprio della mascherina ed espone quindi a un maggiore rischio di contagio da Covid-19. C’è poi un punto, che riguarda sì la salute, ma del Pianeta.
Quanto influisce il consumo di tabacco sullo smog?
Se lo è chiesto anni fa il dirigente del reparto di pneumologia all’istituto Nazionale di Tumori, Roberto Boffi, che ha quindi condotto uno studio poi pubblicato sulla rivista European respiratory Journal in cui venivano evidenziati e confrontati i livelli di PM10, PM 2.5 e PM 1 presenti in due vie centrali del quartiere Brera, nel cuore di Milano: la via pedonale Fiori Chiari e la via Pontaccio ad alta percorrenza automobilistica.
Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, via Fiori Chiari è risultata essere molto più inquinata di via Pontaccio e il motivo è presto detto: la via pedonale è infatti piena di locali che di sera si riempiono di clienti, tra cui molti fumatori, le cui sigarette influirebbero sullo smog in una misura che oscilla tra il 5 e il 7 per cento. Le polveri sottili e di black carbon presenti dell’aria sarebbero quindi da imputare non soltanto alle caldaie, ai condizionatori e ai carburanti delle automobili, ma anche alla combustione delle sigarette.
E ciò non deve stupire dato che “le particelle rilasciate da una singola sigaretta – spiega il dottor Boffi – permangono nello spazio almeno fino a 10 metri di distanza”.
Milano come New York?
Nella corsa ai dehors smoke-free sul modello newyorkese, Milano sembra essere la favorita. Il capoluogo lombardo dal primo gennaio 2021 ha infatti attuato un regolamento per la qualità dell’aria che contiene, tra le tante misure, il divieto di fumare alle fermate dei mezzi pubblici, nei parchi, nei cimiteri e fuori dalle strutture comunali, come ad esempio biblioteche o strutture sportive. Una misura green per una città che fa di tutto per esserlo, a dispetto della sua qualità dell’aria, purtroppo quasi sistematicamente da bollino rosso. Per questo, dicono i bene informati, da qui a breve potrebbero arrivare incentivi che promuovano l’introduzione di dehors smoke-free nei bar e ristoranti di Milano. Con buona pace dei tabagisti.
Esistono murales capaci di “mangiare” lo smog?
Il più grande d’Europa è a Roma! Ne abbiamo parlato qui
_ di Stela Xhunga