Nella Russia profonda l’inverno è più gelido che in altri posti del Pianeta e i record delle temperature in Jacuzia sono difficilmente eguagliabili
Se facessimo un sondaggio chiedendo quale sia la stagione preferita, probabilmente per molte persone l’inverno finirebbe all’ultimo posto. Tra freddo e giornate più corte, i mesi che precedono il ritorno alle temperature miti della primavera sembrano non finire mai. Se è vero che il surriscaldamento globale ha modificato la percezione delle stagioni e spesso le temperature medie in Paesi come l’Italia sono ben al di sopra dello zero anche in mesi tipicamente invernali, a certe latitudini l’inverno continua invece a conservare le sue caratteristiche. Vi portiamo alla scoperta della Russia profonda, dove l’inverno ha poco del suo volto bianco, pacifico e poetico.
L’inverno continuo della Jacuzia
Esiste un posto più freddo della Siberia? Per avere la risposta basta spostare lo sguardo nel suo estremo oriente, nella repubblica della Jacuzia.
In queste terre dipinte perennemente dal bianco candore della neve, la vita scorre normalmente nonostante le difficoltà quotidiane causate dal freddo.
Le fondamenta di intere città e villaggi sono poggiate sul permafrost, il ghiaccio perenne che ricopre il terreno, qui più profondo che in altre aree del Pianeta. Questo rende complicati gli spostamenti e la cattiva qualità dell’aria – compressa tra lo smog dei motori di macchine, caldaie, impianti e fabbriche sempre accessi e l’onnipresente nebbia ghiacciata – contribuisce a limitare la visibilità per quasi tutto l’anno, soprattutto a Jakutsk, il più grande centro abitato della regione.
Le tubature che percorrono in lungo e in largo le città e i villaggi spesso vengono montate sopra il livello del terreno per evitare il rischio di congelamento: inoltre, questo labirinto fatto di acciaio e rame è spesso ricoperto da materiali isolanti per resistere alla temperatura esterna che – anche se maggiore rispetto a quella del permafrost – rimane ampiamente sotto lo zero.
A queste latitudini i combustibili fossili regnano nella vita delle persone, non solo per spostarsi ed evitare il congelamento dei mezzi di trasporto, ma anche per mantenere calde le abitazioni e preparare un pasto caldo. Da sola la legna non basta per il fabbisogno energetico delle piccole e grandi comunità siberiane. Le rinnovabili sono lontane dalla loro portata.
I record del freddo (e del caldo)
All’interno della Jacuzia si trovano almeno due delle località abitate più fredde al mondo e dove l’escursione termica raggiunge livelli altissimi. La più famosa è Ojmjakon, la regina del freddo che nel 2018 ha registrato la temperatura record di -69.9 gradi, un paio di gradi in più rispetto ai -71 gradi non ufficiali registrati negli anni Venti del secolo scorso.In Jacuzia le temperature sprofondano spesso verso i 40 gradi sotto zero nei mesi più freddi dell’anno, per poi salire bruscamente in primavera e raggiungere i 20 gradi sopra lo zero in estate. Un’escursione termica di 50 gradi spalmata in poco meno di 5 mesi!
A diversi chilometri di distanza si trova un altro villaggio da record: Verchojansk ha registrato la più alta temperatura dell’emisfero artico con i suoi 38 gradi e un’escursione termica di quasi 100 gradi tra l’inverno e l’estate. I giorni di afa però non bastano a modificare il paesaggio che rimane pressoché immerso nel bianco inverno perenne.
Musei unici al mondo
Le condizioni climatiche estreme di questi luoghi hanno da sempre attirato gli studiosi dei grandi centri culturali, non soltanto russi ma anche internazionali. Oltre agli studi scientifici sul clima e a quelli antropologici sulle popolazioni indigene, questo angolo di Siberia continua a essere un centro privilegiato per la paleontologia e la storia geologica del nostro Pianeta.
Il 75% dei fossili di mammut ritrovati nel corso dei secoli sono stati scoperti proprio nell’area della Jacuzia e con la costruzione di un museo dedicato molti di questi reperti – che una volta percorrevano una strada di sola andata verso Mosca e San Pietroburgo – hanno trovato finalmente casa.
A Yakutsk è presente il Museo dei Mammut, dove è possibile osservare da vicino i resti (quasi) completi di questi giganti del Mesolitico e Neolitico, perfettamente conservati grazie al gelo perenne, e visitare il laboratorio sotterraneo dell’Istituto per lo studio del permafrost: un tunnel di 30 metri naturalmente congelato dove gli studiosi possono studiare oggetti ritrovati nell’area della Yakutia. Uno su tutti la testa perfettamente conservata di un mammut, soprannominato Yukagi, tra le maggiori scoperte paleontologiche mai fatte.
A proposito di natura e della sua bellezza…
hai già visto gli scatti vincitori del World Nature Photography?
_Simone Picchi