Sempre più persone scelgono i fondi ESG. Vi spieghiamo cosa sono e come funzionano
Consumatori, investitori ed istituzioni sono sempre più sensibili alle questioni legate alla sostenibilità delle aziende (anche in Italia, dove i dati dimostrano che chi acquista valuta attentamente l’impatto ambientale dei prodotti). Un numero crescente di persone, infatti, crede che inclusività, politiche green e best practice di governance siano fattori determinanti per valutare l’affidabilità e l’innovatività delle società private. Non deve meravigliare, quindi, che negli ultimi dieci anni si sia assistito a un’impennata degli investimenti ESG.
Cosa sono gli ESG
ESG è l’acronimo di “Environmental, Social and Governance” ed è un insieme di parametri che consentono di misurare l’impegno delle aziende in materia ambientale, sociale e di governance. Uno strumento che nasce dall’esigenza di immaginare un modello di crescita più sostenibile, come chiesto dalle giovani generazioni e, soprattutto, da importanti istituzioni internazionali come l’Unione Europea e le Nazioni Unite. In questo modo si permette agli investitori di avere un’idea chiara del livello reale di sostenibilità delle società che intendono finanziare.
Come si calcola il rating ESG
Abbiamo detto che il rating ESG si basa su parametri che valutano l’impatto che le politiche aziendali hanno su ambiente, sociale e governance, ma quali sono, nel dettaglio, questi criteri?
- Rispetto alle questioni ambientali, per esempio, vengono presi in considerazione parametri come l’utilizzo di energia proveniente da fonti rinnovabili, l’efficientamento energetico delle sedi aziendali e la quantità di gas serra immessi in atmosfera.
- Per valutare l’impatto sociale delle politiche aziendali, invece, si prendono in esame criteri come l’equità di genere, l’eterogeneità etnica e culturale del personale e l’inclusività delle politiche di assunzione.
- Infine, vi sono i parametri che riguardano la governance: retribuzioni dei dirigenti, diversità etnica, di genere e culturale dei manager, la qualità del dialogo verticale dei gruppi dirigenti con azionisti e dipendenti.
Chi sceglie di puntare sugli ESG sta premiando quelle realtà che hanno un impatto positivo sul benessere della persona, sulla decarbonizzazione, sui diritti umani, sulla lotta al cambiamento climatico e sull’inclusività delle dinamiche aziendali. L’obiettivo di tali investimenti è ovviamente quello di spingere il mercato finanziario (e di conseguenza anche l’economia reale) verso un modello di crescita più virtuoso e sostenibile, nell’interesse delle nuove generazioni.
Perché investire in ESG
Resta però una domanda a cui serve rispondere: numeri alla mano, conviene investire in ESG? La risposta, a detta di molti esperti del settore, è SI’. Ad oggi, infatti, questi rappresentano un’ottima opportunità di investimento principalmente per due ragioni.
Innanzitutto, vi è una questione relativa all’accesso a investimenti, agevolazioni e sussidi pubblici e privati. Questi, soprattutto nell’ultimo decennio, sono quasi sempre vincolati al possesso di stringenti requisiti in materia di sostenibilità ambientale e inclusività. Insomma, le aziende con un buon punteggio ESG avranno maggiori chance di beneficiare di investimenti che spesso sono essenziali per garantire resilienza e competitività.
Vi è poi da considerare che le aziende sostenibili hanno brand più forti e migliori posizionamenti sul mercato. La nuova sensibilità ambientale e sociale (diffusa sempre di più, soprattutto nelle giovani generazioni) sta infatti rafforzando la reputazione di tutti quei marchi che riescono a farsi percepire dai consumatori come green e inclusivi.
A proposito, sai come si
calcola l’impatto ambientale?
_Matteo Donisi