Ogni azione umana produce un impatto che ricade sull’ambiente, con tutte le conseguenze del caso
Ci sono termini che fino a qualche anno fa erano considerati unica terra per studiosi, ricercatori e scienziati di settore. Raramente la gente comune (ovvero quella non direttamente interessata per lavoro o per passione ad un tema specifico) cercava di farsi un opinione su ciò che neanche passivamente riteneva importante. L’ambiente, non era un tema pressante e ricorrente. I nostri nonni, per esempio, quasi inconsapevolmente vivevano la loro vita a medio-basso impatto ambientale e non c’era l’ansia di dover fornire risposte a comportamenti non virtuosi. Col crescere delle opportunità di consumo, via via con gli anni, ci siamo accorti di lasciare un’impronta che pesa sulla qualità del nostro futuro. Proprio per questo “impatto ambientale” non è più un termine di nicchia.
Cosa vuol dire impatto ambientale
L’impatto ambientale è l’impronta che lasciamo in natura in seguito allo svolgimento di un’azione. Si, hai capito bene, ogni cosa che facciamo lascia un segno che si ripercuote sull’ambiente e su quel delicato e complesso sistema terra in cui abitiamo. Leggera o pesante che sia, la nostra impronta ha un peso specifico. Estendendo il concetto, gli ecosistemi naturali sono costantemente modificati dall’attività umana, che più di ogni altra specie possiede le facoltà per produrre gli effetti che a breve o a lungo termine condizionano il futuro. Questi effetti possono essere positivi o negativi, ma tendenzialmente l’escalation di attività sempre più invasive negli ultimi 100 anni hanno prodotto un danneggiamento così intenso da innalzare costantemente la curva verso il baratro. Il risveglio ambientale di una parte di popolazione sta cercando di invertire la tendenza ma finora, in realtà, ha prodotto risultati risibili e a poco sono serviti i convegni e le misure internazionali per combattere il fenomeno del cambiamento climatico, tema centrale delle conseguenze dell’impatto ambientale.
A peggiorare la situazione, la politica internazionale che vacilla nell’assunzione di responsabilità, tra chi si sente in prima linea per portare avanti le istanze di una radicale svolta green e chi si sente responsabile solo in parte di un problema così profondo, essendo società in scia di un progresso industriale relativamente recente impossibile da bloccare, a detta loro. Come a dire, il tuo impatto ambientale vale più del mio. Discorso complesso.
Ma quindi, la nostra impronta cosa sta causando? Inquinamento a livelli folli, deforestazioni sempre più frequenti, sfruttamento illimitato di risorse primarie, rifiuti sempre più numerosi. Un’ impronta bella grande, che non è più invisibile. Non sempre l’essenziale è invisibile agli occhi. Se il sistema non regge, collasserà e la misura del nostro impatto sull’ambiente sarà incalcolabile.
Calcolo dell’impatto ambientale
Ogni cosa ha un impatto ambientale. Potremmo giusto salvare il pensiero. La misura comunemente utilizzata per il calcolo individuale dell’impatto ambientale è la quantità di anidride carbonica rilasciata in ogni nostro gesto. Ci sono diverse app in grado di fare una stima del nostro impatto e altre soluzioni che ci permettono di fare un calcolo incentrato sull’esplorazione del nostro stile di vita. Il WWF, per esempio, col progetto Vivere Sostenibile, ha messa a disposizione di tutti il calcolatore dell’impronta ecologica.
Nel 2015 la Ca’ Foscari ha sviluppato uno strumento interattivo capace di calcolare la nostra carbon footprint. L’intento è quello di innalzare il livello di consapevolezza per favorire scelte e comportamenti sostenibili.
Esistono diversi tipi di impatto, classificati in base alla loro incidenza sull’ecosistema, ed è proprio per questo che è nel 1969 è nata la (VIA), Valutazione di impatto ambientale, ovvero una sistema di controllo e procedure che in maniera preventiva eliminano o riducono l’impatto ambientale e gli effetti sulla salute di nuove opere pubbliche e private. Questa procedura, diventata legge anni dopo a livello europeo, si basa su quattro pilastri: prevenzione, integrazione, confronto e partecipazione. in sostanza non ha prodotto grossi macro-risultati, ma se non ha altro ha imposto dei parametri utili per responsabilizzare e aprire gli occhi.
La chiusa è d’obbligo: non possiamo far finta di nulla, distratti dalle nostre necessità personali che ci fanno dimenticare ciò che abbiamo intorno e che ci permette di essere dove siamo e di avere ciò che abbiamo. Per questo serve una consapevolezza sempre maggiore che se non è individualmente spontanea, deve essere indicata dall’alto attraverso una sorta di sistema di navigabilità tracciata da quelle che alcuni definiscono spinte gentili (nudges), pungoli che tutelano la libertà di scelta ma ci indirizzano verso il giusto.
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_Damiano Cancedda