Monitora lesioni, infezioni o danni della luce
Un sensore che avvisa quanto è alto lo stress nelle piante: a studiarlo sono stati gli ingegneri del Massachusetts Institute of Technology. I ricercatori americani hanno sviluppato un modo per monitorare da vicino e in tempo reale come le piante rispondono a stress come lesioni, infezioni e/o danni della luce. Ciò è stato possibile utilizzando sensori realizzati con nanotubi di carbonio incorporati nelle foglie delle piante: questi rilevano le onde di segnalazione del perossido di idrogeno, ovvero quel componente “comunicante” che circola all’interno delle foglie.
Un sistema di riparazione efficiente
La pianta funziona come il nostro corpo quando ci provochiamo una ferita e si attivano le piastrine per cicatrizzarla. Il perossido di idrogeno è la sostanza che viene rilasciata dalla foglia stressata: questa, in caso di malessere, genera un’onda “riparatrice”. “Questo flusso – si legge nello studio – stimola le cellule vegetali a produrre molecole che le aiutano a riparare il danno. Alcune piante producono anche sostanze per respingere gli insetti predatori,” che chiaramente possono essere una fonte di stress.
Dalla pianta al computer
Ed ecco che subentra la tecnologia: per comunicare lo stato delle piante alla strumentazione digitale è stata impiegata una piccola fotocamera a infrarossi collegata a un computer. Questa fotocamera, captando la fluorescenza di un infrarosso prodotto dai sensori all’interno delle foglie, restituisce la condizione della pianta. Una strumentazione, quindi, molto economica che faciliterebbe la scalabilità dello studio e il suo impiego in diversi contesti di coltivazione.
Potenziali applicazioni in agricoltura
I ricercatori del MIT attualmente hanno testato il sensore su piante di fragola, spinaci, rucola, lattuga, crescione e acetosa: mappando la concentrazione di perossido di idrogeno nel tempo, hanno scoperto che specie diverse di piante sembrano produrre forme d’onda diverse. Gli ingegneri hanno quindi ipotizzato che “la risposta di ogni pianta sia correlata alla sua capacità di contrastare il danno”. Ogni specie sembra anche rispondere in modo diverso a diversi tipi di stress, tra cui lesioni, infezioni e danni da calore e/o luce. Lo studio ha un forte potenziale anche in agricoltura per lo studio sugli agenti patogeni, ad esempio nel caso dei batteri che causano l’inverdimento degli agrumi e il fungo che causa la ruggine del caffè.
Piante, alberi e foreste saranno la nostra salvezza!
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_ di Marilisa Cattaneo