I (molti) vantaggi e i (pochi) svantaggi dell’eolico in mare aperto. Un settore in crescita che ha visto la realizzazione del primo impianto del Mediterraneo (italiano)
Il futuro dell’energia è certamente green. A confermarlo ci sono i tanti studi che mostrano come gli investimenti in energia rinnovabile dovrebbero salire a 1,7 trilioni di dollari nel prossimo futuro. Previsioni di crescita che riguardano principalmente il fotovoltaico e l’eolico. Queste due fonti rinnovabili, infatti, sono quelle che stanno trascinando l’impennata dell’energia pulita nel mondo e soprattutto in Italia. La Penisola, infatti, è notoriamente sensibile al tema della riduzione e della decarbonizzazione dei consumi energetici. Non a caso, secondo i dati di fine 2022, l’Italia è tra i primi paesi europei proprio per riduzione dei consumi. Oggi, però, si sta aprendo una nuova frontiera dell’energia green: l’eolico offshore.
Premessa: cos’è l’eolico offshore
Con il termine “eolico offshore” si indica la realizzazione di parchi eolici in mare aperto (o, più raramente, nelle acque continentali). Questi impianti sono estremamente più performanti di quelli realizzati sulla terra ferma e rappresentano, a detta di molti esperti del settore, il futuro dell’eolico. Per avere un’idea della dimensione del fenomeno, nel 2018 l’offshore produceva circa 23 GW, di cui circa 18 in Europa e 8 nella sola Germania. Una tecnologia certamente recente, ma allo stesso tempo molto performante, che lascia ben sperare per il futuro della produzione energetica green.
Eolico offshore: vantaggi e svantaggi
Ovviamente, come tutte le fonti energetiche rinnovabili e non, anche l’eolico offshore presenta punti di forza e di debolezza.
Ecco alcuni tra i vantaggi dell’eolico “marino”.
- Una maggiore efficienza: in mare aperto i venti sono più forti e, soprattutto, costanti. Ciò consente di sfruttare al meglio il potenziale energetico degli impianti che si vanno a realizzare. In particolare, ad incidere positivamente è soprattutto la continuità con cui i venti spirano al largo delle coste: l’eolico offshore è comprovatamente molto più affidabile e meno “intermittente” dell’eolico classico (onshore).
- Non crea problemi di natura paesaggistica: essendo realizzati lontano dalle coste, questi impianti non deturpano il paesaggio urbano e/o naturale. Proprio l’impatto “estetico” è stato, negli anni, uno degli elementi di maggiore critica ai parchi di pale eoliche.
- Per la distanza dall’attività umana e per la maggiore forza dei venti, l’eolico offshore permette la realizzazione di pale eoliche più grandi e performanti, che non potrebbero essere installate sulla terra ferma.
Al contrario, tra gli svantaggi è possibile citare l’impatto sugli ecosistemi marini (sono ancora pochi, infatti, gli studi circa gli eventuali danni che questi impianti potrebbero creare a flora e fauna) e, soprattutto, gli elevati costi di gestione e manutenzione: l’eolico offshore, infatti, è maggiormente esposto alle intemperie e all’azione corrosiva del mare e dei venti, per tale ragione gli interventi manutentivi sono più frequenti e logisticamente più complessi.
Il primo impianto nel Mediterraneo veste il tricolore
Si chiama Beleolico ed è stato inaugurato nel maggio 2022, parliamo del primo parco eolico offshore del Mediterraneo. Una grande soddisfazione per l’Italia, visto che l’impianto è stato realizzato al largo del golfo di Taranto. Beleolico ha una capacità complessiva di oltre 58 mila MWh annui, con un risparmio di circa 730 mila tonnellate di CO2. Un primo grande passo verso l’approdo dell’eolico offshore nei nostri mari, dove indubbiamente tarda a decollare. Questo perché purtroppo il Mediterraneo è caratterizzato da una ventosità medio-bassa, caratteristica che riduce notevolmente il numero di zone sfruttabili. In aggiunta a ciò, è un mare caratterizzato da fondali profondi, peculiarità che mal si sposa con la necessità di ancorare le piattaforme che sostengono gli impianti.
Sai che esistono micro-impianti eolici
da installare a casa? Ne abbiamo parlato qui
_Matteo Donisi