Negli ultimi 50 anni le precipitazioni si sono ridotte del 18% e l’Isola dei Conigli, sul Lago di Garda è ormai raggiungibile a piedi
L’anno scorso aveva fatto scalpore la notizia del carro armato riaffiorato dalle acque del Po. Il semicingolato, risalente alla Seconda Guerra Mondiale, era stato ritrovato nel mantovano grazie all’eccezionale secca del fiume, che l’aveva fatto riemergere dopo un oblio durato oltre settant’anni. Oggi, ad un anno di distanza, si continua purtroppo a discutere dei danni causati dalla siccità in Italia. L’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, per esempio, ha recentemente che negli ultimi 50 anni le precipitazioni in Italia si sono ridotte del 18%. Dati allarmanti, i cui effetti sono già visibili nel Paese. Meno precipitazioni ma anche precipitazioni troppo abbondanti dopo lunghi periodi di siccità, che portano a conseguenze estreme come abbiamo potuto vedere nel caso dell’Emilia Romagna.
All’isola dei Conigli si arriva a piedi
La prolungata siccità ha permesso di raggiungere a piedi la bellissima Isola di San Biagio, a Manerba del Garda. Meglio conosciuta come Isola dei Conigli, questo gioiello naturalistico è spesso raggiungibile senza l’utilizzo di imbarcazioni a causa del progressivo abbassamento del livello delle acque. Sul lago di Garda, infatti, la siccità ha fatto segnare nel 2023 un drammatico record: il livello più basso mai misurato negli ultimi 70 anni. Un fenomeno che impatta non solo su flora e fauna, ma anche sul turismo, sull’agricoltura, sulla navigazione e sulla vita di una moltitudine di persone. Il Lago di Garda, infatti, con i suoi 370 chilometri quadrati è il lago più vasto d’Italia e segna il confine tra Lombardia, Trentino-Alto Adige e Veneto. La notizia è ancor più sconvolgente se si pensa che stiamo parlando del terzo lago più profondo del Paese, secondo solo al Lago di Como e al Lago Maggiore.
I danni all’agricoltura, i danni dell’agricoltura
Ancor più preoccupante la situazione del fiume Po, soprattutto per gli agricoltori della Pianura Padana. Anche se recentemente sono proprio le aziende agricole ad essere finite “sul banco degli imputati”. Secondo Coldiretti, infatti, delle circa 80.000 aziende agricole presenti in Veneto solo 1 su 10 sarebbe in possesso di moderni impianti di irrigazione ad alta efficienza (quelli che consentono di ridurre al minimo gli sprechi d’acqua). Oltre il 70% del totale, al contrario, utilizzerebbe ancora sistemi obsoleti, inutilmente dispendiosi e tutt’altro che sostenibili. È evidente che per risolvere l’emergenza siccità servano anche investimenti che consentano di ridurre al minimo gli sprechi delle riserve idriche dei bacini italiani.
Una soluzione possibile (?): trasportare l’acqua desalinizzata
Così, mentre in molti temono per l’agricoltura italiana, le istituzioni sembrano aver trovato un’intesa sulla soluzione. Per affrontare l’emergenza, infatti, si starebbe sviluppando un piano che prevede l’utilizzo massiccio di dissalatori di acqua marina. Il modello è quello proposto alcuni mesi fa dal Sindaco di Genova: trasportare in Pianura Padana l’acqua desalinizzata del Mar Tirreno. Per il trasporto sarebbe impiegato un sistema di tubature già esistente. Un progetto ambizioso, forse esagerato e irrealizzabile considerando la mancanza cronica di fondi destinati a risolvere la questione del dissesto idrogeologico in Italia e quella dell’adattamento alla crisi climatica. Un modello tragicamente noto: tentare di rimediare senza mai tuttavia risolvere il problema alla fonte né impegnarsi in prevenzione a sufficienza.
Tanto affascinanti quanto preoccupanti…
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_Matteo Donisi