I tetti verdi di Utrecht, gli eco-distretti di Grenoble, i grandi progetti di Milano e l’incredibile caso Saragozza: quattro esempi di come l’urbanistica verde sta cambiando il volto delle nostre città
Negli ultimi decenni si presta sempre maggiore attenzione a urbanistica verde e bioedilizia. Cittadini, imprese ed enti pubblici, infatti, sono sempre più sensibili alle tematiche ambientali e alla necessità di trasformare le città in ecosistemi più sostenibili. Così, aumentare le superfici verdi e permeabili, utilizzare energia green, ridurre gli sprechi e combattere le emissioni di carbonio sono divenuti parametri fondamentali di tutte le principali progettazioni (pubbliche e private) del nuovo millennio. Da Utrecht a Saragozza, passando per Milano e Granoble, scopriamo quattro esempi (unici nel loro genere) che mostrano come le nostre città potranno diventare sempre più verdi.
Utrecht: tetti verdi per la biodiversità
Sono ben 316 le fermate degli autobus che la città di Utrecht, in Olanda, ha deciso di trasformare in arredi urbani green. I tetti delle fermate, infatti, sono stati trasformati in “giardini sospesi” e sono stati coperti da un tappeto di Sedum (un genere di piante succulente appartenente alla famiglia delle Crassulaceae), molto resilienti e poco bisognose di manutenzione. La misura fa parte di un piano più ampio che prevede, per esempio, la conversione dei mezzi pubblici con veicoli 100% green e finanziamenti ai cittadini che vogliono ricoprire di verde i tetti delle loro abitazioni. Ma a cosa servono queste coperture green? Innanzitutto favoriscono la biodiversità, facilitando enormemente la riproduzione di insetti come le api, ma servono anche a migliorare la qualità dell’aria e, aumentando la superficie permeabile, a trattenere l’acqua piovana.
Grenoble: gli eco-distretti
Anche Grenoble è stata al centro di un grande progetto di transizione green (leggi il nostro articolo sul modello Grenoble), che ha previsto la trasformazione di intere aree urbane in eco-distretti: a Caserne de Bonne (la prima del suo genere il Francia) si sono aggiunti nel tempo almeno quattro quartieri, divenuti un modello di sostenibilità edilizia ed energetica. Nel distretto di Presqu’île, per esempio, è stato invece attuato il programma abitativo ABC (Autonomous Building Citizen) che ha come obiettivo la riduzione del 70% del consumo di energia e del 40% su quello dell’acqua e della produzione di rifiuti. Simbolo della trasformazione di Grenoble sono gli alberi: il numero di spazi verdi urbani è notevolmente cresciuto e la città incoraggia i costruttori a piantumare alberi ogni volta che si realizza un intervento di ristrutturazione o realizzazione.
Milano: i progetti di avanguardia
A volte ad essere pionieri dell’edilizia sostenibile non sono gli enti pubblici. In alcuni casi, infatti, i progetti avanguardistici di soggetti privati hanno aperto le strade a nuovi modi di concepire l’integrazione del verde nelle città. Infatti, nonostante gli interventi delle green archistar finiscano spesso per creare quartieri destinati unicamente alle persone con reddito molto alto, sempre più persone grazie ad essi guardano con crescente interesse all’edilizia sostenibile. Un esempio di tutto ciò è rappresentato dalla città di Milano, dove progetti come il Bosco Verticale (900 alberi, 5.000 arbusti e 11.000 piante floreali perenni distribuite sulle facciate di due grattacieli) e la Biblioteca degli alberi (90.000 piante, orti, spazi sportivi e percorsi pedonali) hanno rappresentato il modello per molte realizzazioni successive in Italia e nel mondo.
Saragozza: un piano di rigenerazione unico al mondo
Anche Saragozza è stata oggetto di un grande piano di rigenerazione urbana, naturalmente green. Il progetto si chiama Zaragoza Natural, è stato finanziato dal programma LIFE dell’Unione Europea, e prevede interventi incredibili, come il ripristino di fiumi, interventi di riforestazione e realizzazione di infrastrutture green che colleghino i parchi cittadini alle ampie aree naturali che circondano il comune (e che occupano oltre il 60% della superficie comunale). Un totale di oltre 100 interventi che mirano a stravolgere la cittadina spagnola creando un dialogo tra essa e la natura circostante, un progetto unico, che punta anche al coinvolgimento della popolazione e delle reti associative del territorio.
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_Matteo Donisi