In Kenya il primo impianto di desalinizzazione operante a batterie alimentate da fotovoltaico
Kianga è un piccolo villaggio in Kenya, a pochi chilometri dal confine con la Somalia, e si affaccia su una importante riserva marina dell’Oceano Indiano. Dopo il periodo dei monsoni, il villaggio soffre di una dura siccità e costringe i suoi 3.500 abitanti a fare un’ora di cammino per trovare l’unica fonte di acqua disponibile. Una fonte utilizzata dagli animali per dissetarsi e bagnarsi, e così contaminata da parassiti che possono causare malattie e mettere a rischio la vita degli esseri umani. Siccome ogni goccia è estremamente preziosa, gli abitanti di Kianga utilizzano l’acqua del mare per bagnarsi e lavare i propri vestiti. E che quando si asciuga lascia cristalli di sale che sulla pelle possono amplificare gli effetti dei raggi solari e sui tessuti causare pericolose irritazioni. La mancanza dell’accesso all’acqua potabile è una delle tragedie del nostro tempo, che questa comunità condivide con oltre 800 milioni di persone nel mondo. In tutto il nostro pianeta si stima che 300.000 bambini ogni anno muoiano a causa di malattie collegate alla mancanza di acqua pulita.
Ripulire l’acqua senza rete elettrica
Da alcuni mesi a questa parte, però, la vita a Kianga è radicalmente cambiata, offrendo una speranza mai immaginata ai suoi abitanti. GivePower, un’organizzazione non governativa che opera nel campo dell’energia solare, ha infatti installato quella che viene chiamata una “Solar Water Farm”. Ovvero un impianto di desalinizzazione alimentato da pannelli fotovoltaici, la cui energia viene immagazzinata in batterie di produzione Tesla. Una novità dirompente, perché fino a ora gli impianti di desalinizzazione tradizionali venivano realizzati solo laddove era presente una rete di energia elettrica. Grazie a una nuova tecnologia fotovoltaica e a sistemi di filtraggio all’avanguardia Give Power riesce oggi a trasformare acqua sporca e salata in acqua tranquillamente potabile, in una delle zone più aride del Kenya.
Solar Water Farm, come funziona
L’impianto, realizzato in un mese con un investimento di mezzo milione di dollari, riesce a produrre 50 kilowatt di energia e rendere operative due pompe a ciclo continuo, 24 ore al giorno. Nel complesso offre quasi 40.000 litri di acqua potabile al giorno al costo energetico molto efficiente di 4Wh per litro di acqua, soddisfacendo potenzialmente il fabbisogno di 35.000 persone. Rispetto agli altri sistemi già conosciuti, la Solar Water Farm produce acqua di migliore qualità e per un tempo più lungo, senza impatti ambientali negativi. Il ciclo di vita di una Farm è di circa 20 anni.
Nuovi progetti in Kenya e ad Haiti
Hayes Barnard è il presidente di GivePower, e a proposito di questo progetto ha dichiarato: “Vedi i bambini all’interno di questi villaggi, e hanno cicatrici sullo stomaco o sulle ginocchia a causa di tutto il sale che c’è nelle loro ferite, e questo ti distrugge il cuore. Questa acqua stava in sostanza avvelenando le loro famiglie”. Visto il successo di questa iniziativa, GivePower entro la fine del primo trimestre di quest’anno ha in programma di rendere operativi impianti di desalinizzazione e purificazione a energia solare anche a Mombasa, sempre in Kenya e a La Gonave, ad Haiti. Entrambi questi progetti puntano a produrre 75.000 litri di acqua potabile al giorno, con 50 Kw di energia solare e batterie da 120 kW-hrs. Ma non è stato così facile. Perché il progetto di La Gonave, che si trova sulla costa di Port-au-Prince, già devastata dal tragico terremoto del 2010, ha dovuto considerare anche le specifiche internazionali richieste per le costruzioni antisismiche, e così sta prendendo forma una struttura in grado di resistere a un uragano di categoria 4, corrispondente a una velocità massima del vento di 250 km/h. Per la sua nuova tecnologia di desalinizzazione, GivePower ha ricevuto a febbraio il Global Water Impact Award dalla UAE Water Aid Foundation.
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