Il settore automobilistico non è tra i più virtuosi ma sta riprogettando i suoi prodotti nell’ottica del riutilizzo
Dalla catena di montaggio a quella di smontaggio nel nome del riciclo: stiamo parlando dell’upcycling del settore automobilistico per riuscire a progettare vetture 100% smontabili e quindi riciclabili. La situazione attuale, nonostante i progressi degli ultimi anni, non è delle più virtuose: la maggior parte delle auto che sono in commercio e che ogni giorno usiamo per spostarci non sono infatti totalmente smontabili e gran parte dei loro componenti non si possono riutilizzare. Anziché recuperare elementi importanti come ad esempio acciaio, alluminio, rame, platino, plastica, gomma e fibre di carbonio, i veicoli che non possono più circolare vengono demoliti “in blocco”. Il risultato è tutt’altro che sostenibile: si ottiene del materiale metallico poco riutilizzabile. Basti immaginare questo processo ripetuto per centinaia e migliaia di volte: pensiamo a quante auto vengono smantellate in questo modo nel mondo, quanto materiale potrebbe essere recuperato per avere una nuova vita?
L’auto dei prossimi anni è elettrica, rinnovabile e riciclabile
L’auto elettrica, tuttavia, rappresenta fortunatamente un’inversione di rotta. Grazie ai progressi ingegneristici e industriali, le vetture alimentate a energia rinnovabile hanno un numero minore di componenti rispetto alle auto a diesel o benzina vista l’assenza del motore a scoppio, dell’albero di trasmissione e del gruppo cambio. La costruzione con minore numero di “pezzi” e meno complessi la rende ancora più sostenibile. Oltre ad essere rispettosa dell’ambiente per la riduzione di inquinanti emessi in atmosfera durante l’utilizzo, l’auto elettrica sarebbe più facilmente recuperabile in caso di dismissione, abbattendo lo spreco di materiali di costruzione e/o costi di smaltimento. Per realizzare auto 100% smontabili e riciclabili serve rivederne la progettazione e qualche grande casa automobilistica è già al lavoro con team di esperti e progettisti.
Dalle batterie agli pneumatici, quasi tutto si può riciclare
La tedesca Audi ha stretto un sodalizio con il Karlsruhe Institute of Technology, l’Università del Baden-Württemberg nonché centro di ricerca nazionale. L’obiettivo dei due enti sarebbe quello di lavorare al recupero delle componenti plastiche presenti nelle auto elettriche grazie al riciclo chimico definito pirolisi. Nell’arco dei prossimi 10 anni è anche in previsione la crescita, esponenziale, del commercio delle batterie al litio usate. Queste, una volta rigenerate, potrebbero essere reimmesse sul mercato per un valore, solo in Europa, di circa 2 miliardi di euro l’anno. Anche il mondo degli pneumatici pensa in chiave sostenibile: Michelin, colosso delle gomme, ha stretto un accordo con Carbios, azienda francese nel campo della biochimica e operante nella depolimerizzazione del Pet. La produzione di pneumatici, oggi, si basa quasi esclusivamente sull’utilizzo di Pet vergine, per una media di prodotto pari a un milione di tonnellate annue. L’obiettivo è quello di recuperare, attraverso lavorazioni specifiche, il Pet vergine dalle bottiglie di plastica usate.
Pantaloni nati da… airbag!
La coreana Hyundai, in collaborazione con L’Eclaireur e Boontheshop, ha presentato nelle scorse settimane i risultati di Re:Style 2021. Il progetto si basa sul riutilizzo dei materiali di scarto provenienti dalla produzione automobilistica. Il risultato è tutto da indossare: sono infatti stati realizzati capi di abbigliamento come giacche, felpe ma anche pantaloni (potete vederli nell’immagine di apertura). I vestiti nascono da airbag e cinture di sicurezza oltre a materiali ecologici utilizzati nel crossover 100% elettrico Hyundai Ioniq 5, come il Bio Pet e fibre riciclate. Lo scorso anno la stessa Hyundai aveva proposto collane e bracciali ottenuti dal riuso di vetri delle auto ed espansi uniti a oro, argento e perle ma anche borse create con il tessuto di tappetini e imbottiture. Molti esempi, insomma, ci fanno capire che l’upcycling del settore automobilistico è possibile e sostenibile!
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_Marilisa Cattaneo