Farm to Fork è la direttiva che vorrebbe rendere il mercato agroalimentare Ue il primo a impatto zero
Dopo il voto favorevole del Parlamento europeo, la strategia Farm to Fork (Dalla fattoria alla tavola) è ufficialmente entrata in vigore. Si tratta di una direttiva con scadenza decennale con l’obiettivo di premiare gli agricoltori e allevatori che lavorano in maniera sostenibile e rendere il cibo accessibile a tutti. La strategia Farm to Fork fa parte del Green Deal europeo, il programma per la transizione ecologica voluto dalla Commissione europea per rendere l’Europa il primo continente climaticamente neutro entro il 2050. La direttiva coinvolge tutti gli attori della filiera alimentare: dai produttori ai distributori fino ai consumatori. Purtroppo i sistemi alimentari attuali, che a volte rappresentano persino una vera e propria minaccia per il Pianeta, non assicurano sempre un equo ritorno economico ai produttori. Oltre al settore agricolo, Farm to Fork si rivolge anche alla pesca e agli allevamenti.
Farm to Fork: gli obiettivi
Il fine della direttiva Farm to Fork è quello di accelerare verso un sistema alimentare rispettoso dell’ambiente che preservi la biodiversità e contribuisca a frenare il cambiamento climatico, innanzitutto riducendo del 50% l’uso di pesticidi chimici e pericolosi entro il 2030 e promuovendo l’immissione sul mercato di biopesticidi e l’adozione di metodi alternativi per la protezione della colture. Sul fronte energetico Farm to fork prevede un passaggio graduale dalle fonti fossili alle fonti rinnovabili, proprio perché ad oggi solo pochi settori agroalimentari di fatto si affidano realmente all’energia pulita. La direttiva ha tenuto conto anche delle emissioni di metano provenienti dal bestiame, invitando gli stati membri a sviluppare politiche che premino gli agricoltori che intendono investire in digestori anaerobici per la produzione di biogas da rifiuti agricoli e residui, come il letame. Tutti obiettivi per una transizione ecologica che troppo spesso è stata rimandata.
Sostenibilità e oltre
Ma il rispetto dell’ambiente non è l’unico obiettivo della direttiva. Infatti, fra i programmi elencati c’è la tutela dei consumatori e si invitano i produttori e i rivenditori a inserire sulle etichette maggiori informazioni sull’origine degli alimenti e sugli aspetti nutrizionali. L’adozione di uno standard di etichettatura comune consentirà ai clienti dei supermercati e agli utenti delle mense di conoscere il cibo che intendono mangiare. Negli ultimi anni i prezzi dei generi alimentari hanno registrato aumenti a causa di vari fattori fra cui anche questioni geopolitiche. Sotto l’aspetto commerciale la direttiva Farm to Fork invita gli Stati a migliorare le relazioni attuali di cooperazione internazionale.
Limiti e speranze della direttiva
Sicuramente le intenzioni della Commissione europea vanno nella direzione del rispetto dell’ambiente e dell’equità. Infatti, oltre alla tutela del consumatore, la strategia Farm to Fork riserva vantaggi anche per i produttori, dato che farà del mercato agroalimentare europeo il primo al mondo a impatto zero. O almeno questo sarebbe l’obiettivo. I limiti rimangono. Innanzitutto, essendo una direttiva, gli stati non sono obbligati a recepirla. Poi, per raggiungere gli obiettivi previsti, la direttiva prevede un minor consumo di carne con possibili rincari per gli alimenti di origine animale. Quanto all’Italia, ad oggi non tutti gli attori del settore agroalimentare sono pronti per un cambio così radicale. Alcune culture si avvalgono di pesticidi che sono responsabili della perdita di biodiversità e colpiscono insetti impollinatori come le api, preziose per gli ecosistemi e per la riproduzione di centinaia di specie vegetali. Inoltre fra i produttori gli unici a essere carbon-neutral sono quelli più grandi, mentre le piccole e medie imprese sono spesso ancora molto legate alle fonti fossili. Se Farm to Fork intende gettare le basi per una transizione sostenibile la sfida dei produttori e dei consumatori resta quindi quella di un cambio di mentalità radicale.
Leggi altre storie di come uomo e natura
possono convivere in ecosistemi dove regna il rispetto
_Matteo Melani