Anche il trasporto su acqua si sta adeguando alla sostenibilità. Imprese e istituzioni stanno investendo in soluzioni innovative per diversi scopi: dal trasporto alla ricerca scientifica
Con la globalizzazione e il crescente sviluppo tecnologico, il mare è diventato un luogo sempre più transitato per la ricerca scientifica e i trasporti. Per consentire lo svolgimento di attività indispensabili per la vita umana, molti paesi stanno investendo nella sostenibilità marittima, incentivando la costruzione di navi con motori efficienti e rispettosi dell’ambiente. Uno di questi è la Norvegia che ha aperto la strada ai traghetti elettrici, lanciando nel 2015 la prima nave alimentata a energia rinnovabile. Ora il paese si appresta a fare di più, tanto che il prossimo anno la città di Trondheim potrebbe essere la prima al mondo con traghetti elettrici a guida autonoma.
Se la Norvegia ha puntato sulle emissioni zero per i canali interni, Gran Bretagna si è spinta oltre, realizzando una nave per esaminare gli effetti del cambiamento climatico in Antartide e che ha dedicato al famoso documentarista David Attenborough. La missione partirà nel novembre del 2021.
La rivoluzione della mobilità marittima è appena iniziata.
L’innovazione nel trasporto sull’acqua
Oltre alle strade e alle ferrovie, anche il trasporto su acqua sta registrando un aumento del traffico, sia per lo spostamento di merci che di persone. Diverse città circondate da mari o fiumi stanno implementando il proprio parco di mezzi. Bangkok prevede di avere 30 nuovi traghetti idrici entro l’anno; New York sta espandendo il suo servizio di trasporti d’acqua in tutti i distretti; Londra sarà l’apripista del nuovo servizio di Uber per taxi sul Tamigi. Insomma una nuova via di comunicazione sempre più strategica che ha spinto industrie e agenzie governative a trovare soluzioni efficienti per le traversate. Oltre ai sistemi di alimentazione, l’innovazione in chiave sostenibile coinvolge anche la scelta di materiali per la costruzione come metalli compositi o ricambi prodotti con la stampa 3D.
La prima nave a guida autonoma
Visto il crescente aumento di traffico in mare, la start-up Zeabuz insieme all’Università norvegese di scienza e tecnologia ha brevettato un traghetto alimentato a energia elettrica in grado di viaggiare in autonomia. Proprio così. Si tratta di un’invenzione senza eguali che garantisce prestazioni ottimali senza emettere Co2. Vista la comodità e l’efficienza il consorzio ha ricevuto una proposta di fornitura da parte della città di Tro, bagnata dal fiume e circondata da canali. Per una città dove ogni giorno lavoratori e studenti usano le navi per spostarsi si tratta di una comodità non da poco. Infatti per una traversata da un canale all’altro impiega meno di un minuto e può ospitare fino a 12 passeggeri.
Per chiamare la barca basta premere un pulsante e per essere caricata occorre attaccarla alla colonnina al molo. Il sistema a guida autonoma però garantisce sicurezza. Infatti la barca non andrà per conto proprio, ma sarà monitorata da una persona in carne ed ossa che da remoto potrà visualizzare il tragitto e frenare in presenza di altre navi o in condizioni di tempo avverse.
I traghetti di Zeabuz sono dotati di telecamere con sensori per scansionare gli ostacoli, mentre un sistema di navigazione (simile a quelli usati nei sottomarini e negli aeroplani) mostrerà la velocità e la posizione della barca.
Insomma una vera e propria innovazione nel trasporto fluviale che consentirà di viaggiare sicuri e in tempi rapidi.
Dalla BBC all’Antartide: ecco Boaty McBoatface
Per una nave adibita per una missione in Antartide il nome più giusto non poteva essere che quello di David Attenborough, naturalista e documentarista della BBC. In realtà un sondaggio online decretò come nome quello di Boaty McBoatface, ma poi il Ministero della Scienza ha deciso di ribattezzarla citando il celebre divulgatore scientifico.
La nave Sir David Attenborough è stata ultimata nel 2018 e già da un anno è attiva per testare attrezzature scientifiche e condurre prove in mare. A bordo della nave l’equipaggio esaminerà come il cambiamento climatico sta influenzando l’Antartide e le acque circostanti. Si tratta di una missione fondamentale per capire i mutamenti del nostro Pianeta e studiare soluzioni per il futuro. La costruzione è costata 200 milioni di sterline. Era dagli anni 80 che il governo inglese non investiva una tale somma per la ricerca nelle regioni polari.
Un primato che, come quello della Norvegia, dimostra la validità delle soluzioni ecosostenibili nel trasporto marittimo.
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_ di Matteo Melani