Ecco come la produzione di biomassa ed energia termica combattono il cambiamento climatico
Assorbe le emissioni di anidride carbonica grazie alla produzione di biomassa ed energia termica derivante dalla fotosintesi di micro alghe contenute in bio reattori. Denominato “SolarLeaf”, è il progetto applicato alle facciate sud-est e sud-ovest dell’edificio residenziale BIQ House ad Amburgo, ad opera di Arup Germany. Come spiegano i realizzatori si tratta di “un sistema integrato adatto sia per edifici di nuova costruzione che già esistenti, dentro al quale biomassa e calore generati dalla facciata vengono trasportati da un sistema a circuito chiuso al centro della gestione energetica dell’edificio. Qui la biomassa viene raccolta per galleggiamento e il calore da uno scambiatore: poiché il sistema è completamente integrato con i servizi dell’edificio, il calore in eccesso dei foto bio reattori può essere utilizzato per fornire acqua calda, riscaldare l’edificio oppure essere immagazzinato per un uso successivo”.
Ciclo virtuoso e rispettoso dell’ambiente
L’innovativa idea di coltivare micro alghe a schermo piatto “non richiede ulteriore utilizzo di suolo e non influenzata dalle condizioni meteorologiche. Inoltre – aggiungono – il carbonio necessario per alimentare le alghe può essere prelevato da qualsiasi processo di combustione, come quello di una caldaia. Ciò implementa un ciclo del carbonio breve e impedisce che le emissioni entrino nell’atmosfera e contribuiscano al cambiamento climatico”. Poiché le micro alghe assorbono la luce del giorno “i bio reattori possono essere utilizzati anche come dispositivi di ombreggiamento dinamico. La densità delle cellule all’interno dei bio reattori dipende dalla luce disponibile e dal regime di raccolta: quando c’è la luce diurna è ampiamente disponibile le alghe crescono di più, fornendo maggiore ombreggiatura all’edificio”.
Com’è composta SolarLeaf
La facciata “SolarLeaf” è stata installata per la prima volta sulla casa BIQ di Amburgo nel 2013. In totale sono stati predisposti “129 bio reattori sui lati sud- ovest e sud-est dell’edificio, in modo da formare una facciata secondaria. SolarLeaf fornisce di fatto circa un terzo del fabbisogno termico totale delle 15 unità abitative della palazzina. I foto bio reattori piatti sono altamente efficienti per la crescita delle alghe e richiedono una manutenzione minima. Sono presenti quattro strati di vetro: i due interni hanno una cavità da 24 litri per la circolazione del terreno di coltura e su entrambi i lati le cavità sono riempite di argon isolanti, che aiutano a ridurre al minimo la perdita di calore. Il pannello frontale è costituito da vetro bianco antiriflesso mentre il vetro sul retro può integrare decorazioni”.
Come funziona SolarLeaf
“L’aria compressa – spiegano – viene introdotta a intervalli sul fondo di ciascun bio reattore: il gas emerge come grandi bolle d’aria e genera un flusso d’acqua a monte e turbolenza per stimolare le alghe ad assorbire CO2 e luce. Allo stesso tempo, una miscela di acqua, aria e piccoli scrubber in plastica lava le superfici interne dei pannelli. SolarLeaf integra tutti i tubi di servizio per l’afflusso e il deflusso del mezzo di coltura e dell’aria nei telai dei suoi elementi”. Il sistema può essere utilizzato tutto l’anno: “L’efficienza della conversione della luce in biomassa – concludono – è attualmente del 10% e quella della luce in calore è del 38%. Per fare un confronto, i sistemi fotovoltaici hanno un’efficienza del 12-15% e i sistemi solari termici del 60-65%. Questa facciata bio reattiva mira a creare sinergie collegando diversi sistemi per i servizi di costruzione, distribuzione di energia, calore, diversi sistemi idrici e processi di combustione”.
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_ di Marilisa Cattaneo