Da Firenze al Giappone fino all’Etiopia, ecco le iniziative che coniugano un approccio green alla cura dei più deboli grazie all’energia rinnovabile
Per avere una sanità efficiente non bastano investimenti nella ricerca, ma occorre trovare soluzioni valide e efficaci nel tempo. L’energia rinnovabile rappresenta la chiave di svolta per garantire cura e assistenza ai malati.
Negli ultimi tempi sono aumentati i settori che si avvalgono delle fonti alternative: dall’industria all’artigianato fino ai trasporti pubblici. Oltre a garantire risparmio e efficienza per case e uffici, le energie rinnovabili possono essere di aiuto anche nell’assistenza sanitaria.
In Italia e nel mondo esistono esempi di strutture ospedaliere che hanno installato impianti di autoproduzione di energia pulita in grado di soddisfare il fabbisogno necessario per tutte le operazioni. Un esempio è l’ospedale pediatrico Meyer di Firenze, che con la sua serra fotovoltaica detiene il record di primo ospedale sostenibile italiano. Se da noi l’energia rinnovabile in ambito sanitario riveste un ruolo complementare, in altri paesi come il Canada è diventata la prima fonte in diversi ospedali.
Oltre alle strutture ospedaliere, la transizione green ha abbracciato tutte le aree della sanità come il primo soccorso, i dispositivi mobili (esistono sedie a rotelle solari) e gli aiuti alle popolazioni più povere del mondo. Insomma un cambiamento nel segno dell’efficienza che determinerà le sanità del prossimo futuro.
Dal Giappone arriva la prima ambulanza elettrica
La transizione sostenibile dei veicoli è in atto da molti anni, tanto che esistono aziende come Tesla o Lazzari che producono esclusivamente automobili ibride o elettriche. Nissan, che tra i marchi di auto si è distinta per l’attenzione a soluzioni alternative, ha dimostrato che anche le ambulanze possono viaggiare senza inquinare l’ambiente. Alla fine del 2019 in Giappone ha lanciato NV400, la prima ambulanza al mondo a emissioni zero. Il veicolo è alimentato da un motore elettrico e da un comporto di batterie agli ioni in litio. Può traportare fino a 7 persone del team sanitario. Oltre a garantire efficenza, la propulsione elettrica riduce notevolmente i rumori e le vibrazioni rispetto a un’ambulanza tradizionale, garantendo stabilità al paziente anche a forti velocità. Quanto al design riprende, la struttura riprende quella del furgone NV400. Ma l’utilità dell’ambulanza non si ferma alle prestazioni. All’interno si trova una barella elettrica che facilita le operazioni di trasporto del personale sanitario. Oggi NV400 è in dotazione ai vigili del fuoco di Tokyo.
Ma il Giappone è un paese ad alto rischio di disastri naturali e, in mancanza di elettricità, l’ambulanza può fungere da stazione per la ricarica elettrica. Insomma un mezzo che soccorre non solo in caso di degenza sanitaria, ma anche in condizioni di precarietà generale.
L’energia rinnovabile per pazienti e malati
Essendo un settore delicato e strategico, la domanda di elettricità di ospedali e centri di cura crescerà nei prossimi dieci anni fino a tre volte. Per questo motivo occorrono soluzioni energetiche efficienti che garantiscano il corretto funzionamento delle tecnologie e dell’intera struttura. Ebbene molti ospedali nel mondo stanno abbandonando gradualmente le fonti fossili per quelle rinnovabili. Se in Europa siamo ancora in fase di sperimentazione, altri paesi si sono mossi già in anticipo in questa direzione. Un esempio è il St.Mary Hospital a Sechelt, in Canada, che grazie ai suoi impianti a energia rinnovabile e recupero consente di risparmiare fino al 40% delle risorse rispetto a un ospedale alimentato a fonti tradizionali. Per il controllo della temperatura (riscaldamento e raffreddamento), l’ospedale si avvale di 125 pozzi, ciascuno profondo 76 metri, che distribuiscono energia all’intero edificio attraverso pannelli radianti. Un impianto fotovoltaico da 19 kilowatt (il più grande del suo tipo di edificio nella British Columbia) fornisce invece energia elettrica, mentre le schermature solari e le finestre automatiche consentono ai pazienti e al personale sanitario di godere di una ventilazione naturale. L’illuminazione è dotata di sensori di presenza e ventilazione di recupero dell’aria di scarico.
L’ospedale è in grado di curare 30.000 persone, con aumenti fino al doppio delle unità nei periodi estivi.
Un aiuto alle popolazioni povere
Ma la sanità non è utile solo nei paesi ricchi, ma anche in quelli più poveri dove l’elettricità spesso viene a mancare. Nelle città di remote dell’Africa le reti elettriche sono deboli e spesso si registrano black-out che, per un ospedale, può mettere a repentaglio la vita di pazienti più gravi o di quelli sottoposti a interventi delicati. Un ospedale che in passato ha registrato inconvenienti legati all’energia elettrica è il St. Luke, che si trova a Wolisso, in Etiopia. Per il paese rappresenta un’eccellenza sanitaria, con 93.000 visite ambulatoriali, 11.500 ricoveri e quasi 3.300 parti assistiti, il 40% dei quali sono parti complicati.
Nei casi di black-out l’ospedale ha utilizzato due generatori diesel di 100 kW ciascuno, che però non sono stati sufficienti a garantire l’operatività della struttura. Nel 2017, grazie all’iniziativa Innovability, l’ospedale acquisisce l’energia elettrica da una parco fotovoltaico posizionato a pochi metri così da assistere i malati senza il pericolo di interruzione di elettricità.
Il futuro della sanità è sempre più accentrato verso l’energia pulita che, oltre a garantire il rispetto dell’ambiente, rappresenta un aiuto a medici e infermieri.
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_ di Matteo Melani