Lo stress idrico dovrà essere affrontato con tecnologie ed azioni sostenibili: ecco quali secondo gli studiosi
Il 22 marzo di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale dell’Acqua, una ricorrenza importante che punta ad accendere i riflettori sulla scarsità e sul progressivo esaurimento di questa risorsa primaria. Le Nazioni Unite hanno stilato il Rapporto Mondiale sullo sviluppo delle Risorse Idriche 2020 dove vengono evidenziati alcuni aspetti su cui lavorare e sensibilizzare i cittadini. Se da tempo le associazioni ambientaliste e le persone mettono in campo azioni per preservare l’acqua, quanto intrapreso finora sembra non essere stato sufficiente. Allo spreco d’acqua si affianca un’altra grossa questione, ovvero il cambiamento climatico che mina sia la quantità che la qualità e la disponibilità delle risorse idriche mondiali.
Stress idrico e impatti negativi
“L’uso globale dell’acqua – si legge nel documento dell’ONU – è aumentato di sei volte negli ultimi 100 anni e continua a crescere costantemente, con un tasso di circa l’1% all’anno. E’ il risultato dell’aumento della popolazione, dello sviluppo economico e dei mutevoli modelli di consumo. In combinazione con un’offerta più irregolare e incerta, il cambiamento climatico aggraverà la situazione delle regioni attualmente sottoposte a stress idrico e lo genererà anche nelle regioni in cui le risorse idriche sono oggi ancora abbondanti. Gran parte degli impatti del cambiamento climatico si manifesterà nelle zone tropicali e le terre aride si espanderanno in modo significativo. Si prevede che lo scioglimento accelerato dei ghiacciai avrà un effetto negativo sulle risorse idriche delle regioni montane e delle pianure adiacenti”.
Rischi e mitigazione delle catastrofi
Secondo il Rapporto, l’acqua ha ruolo di collegamento tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’agenda 2030 e i quadri politici come l’accordo di Parigi per i cambiamenti climatici e il Quadro di Sendai per la riduzione delle catastrofi. “Serve adottare strategie complementari di adattamento e mitigazione per la gestione e la riduzione dei rischi – scrivono – L’adattamento comprende una combinazione di opzioni naturali, ingegneristiche e tecnologiche nonché misure sociali e istituzionali per moderare i danni o sfruttare le opportunità benefiche del cambiamento climatico. Esistono poi opzioni di adattamento in tutti i settori legati all’acqua e dovrebbero essere studiate e applicate ove possibile. La mitigazione comprende gli interventi umani per ridurre le fonti o aumentare i pozzi di assorbimento dei gas a effetto serra”.
Riutilizzo dell’acqua ed energia rinnovabile
“Il cambiamento climatico, infatti, genera rischi aggiuntivi per le infrastrutture legate all’acqua, che richiedono una crescente necessità di misure di adattamento, come il risanamento dei sistemi danneggiati. È sempre più necessario considerare le risorse idriche non convenzionali nella pianificazione futura. Il riutilizzo dell’acqua (o acqua di recupero) è un’alternativa affidabile alle risorse idriche convenzionali per una serie di usi, a condizione che sia trattata e/o utilizzata in modo sicuro. La desalinizzazione può aumentare l’approvvigionamento di acqua dolce ma generalmente è ad alta intensità energetica e quindi può contribuire alle emissioni di gas serra se la fonte di energia non è rinnovabile. La raccolta dell’umidità, come la semina delle nuvole o la raccolta dell’acqua da nebbia, presenta un approccio a basso costo e con poca manutenzione”.
Gas serra e tecnologie alternative
Gli effetti del cambiamento climatico legati all’acqua generano al tempo stesso anche rischi per le imprese e la produzione di energia. “Lo stress idrico – aggiungono gli studiosi – può porre un freno alla produzione o alla generazione di energia. Gli impatti si ripercuotono anche sugli aspetti operativi, influenzando la fornitura di materie prime, interrompendo le catene di approvvigionamento e causando danni alle strutture e alle attrezzature. L’energia è al centro delle iniziative sul cambiamento climatico poiché circa due terzi dei gas serra mondiali di origine antropica provengono dalla produzione e dall’uso di energia. Esistono numerose opportunità per mitigare i gas serra e allo stesso tempo ridurre il consumo di acqua. La riduzione della domanda di energia e l’aumento dell’efficienza energetica sono punti di partenza. Una direzione promettente è l’aumento dell’uso di tecnologie di energia rinnovabile a basse emissioni di carbonio con poco fabbisogno idrico, come il solare fotovoltaico e l’eolico, i cui costi stanno diventando sempre più competitivi con la generazione di energia da combustibili fossili”.
Sostenibilità idrica
Mentre l’energia idroelettrica continuerà a svolgere un ruolo nella mitigazione del clima e nell’adattamento del settore energetico, “la sostenibilità complessiva dei singoli progetti deve essere valutata, tenendo conto del potenziale consumo di acqua attraverso l’evaporazione e delle emissioni inquinanti dai bacini idrici, per non parlare del potenziale ecologico e gli impatti socioeconomici – conclude l’Onu – Per le imprese lo stress idrico è uno dei principali motori del riutilizzo e dell’efficienza dell’acqua. Di concerto con la tecnologia, una struttura potrebbe esaminare le operazioni quotidiane come l’uso dell’acqua di lavaggio e un migliore monitoraggio e rilevamento delle perdite. Su scala allargata, un’azienda potrebbe valutare la propria impronta idrica e includere quelle dei suoi fornitori, che potrebbero avere effetti di vasta portata se si trattasse di un ampio utilizzo di acqua”.
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_ di Marilisa Cattaneo