Tre giochi tematici per coinvolgere i più piccoli e alcuni consigli utili per insegnanti (e genitori)
Energia: elettricità, acceso, spento, pannelli solari, macchine elettriche, luce, gas. Pulita, sporca, alternativa, sostenibile. Quante parole possono essere utilizzate per raccontare sette lettere che messe insieme sono in grado di accendere e muovere il mondo.
Ma soprattutto: cos’è l’energia? A cosa serve l’energia?
Queste le domande di rito che qualsiasi insegnante, con classe annessa, si ritrova ad affrontare nel corso degli anni. E proprio in questo corso degli anni si è sviluppata la consapevolezza sempre più forte che l’energia è un bene che va protetto. Come l’energia si produce? Come può essere prodotta l’energia? Come difendere l’ambiente? Un passaparola di impegno che parte dalle famiglie per passare alla scuola, e arrivare poi all’intera società fatta da persone. E da aziende.
Qui di seguito troverete qualche attività pratica e coinvolgente pensata per bambini e bambine tra i 6 e i 10 anni. Da svolgersi in classe con gli insegnanti o a casa nelle giornate di pioggia. Giochi che possono lasciare un segno sin da piccoli, toccando con mano alcuni aspetti dell’energia, per un bagaglio da iniziare a mettere da parte per la vita futura.
Gioco 1: i volti dell’energia
A cosa serve: riconoscere le diverse forme dell’energia nella vita di tutti i giorni.
Occorrente: giornali, riviste, fumetti. Colla e forbici.
Svolgimento: far ritagliare ai bambini immagini, fumetti, pubblicità le immagini che secondo loro raccontano l’energia. Con la classe classificare poi i tipi di energia (dalla macchina in movimento, alla luce accesa, dal bambino che gioca al vento).
Gioco 2: costruire una serpentina calorifera
A cosa serve: comprendere i meccanismi di base dell’energia solare.
Occorrente: una scatola di polistirolo (circa 40x30x10 cm. Si trovano facilmente di riciclo dagli imballaggi degli elettrodomestici); 4 metri di tubo di gomma (si trova in qualsiasi ferramenta o negozio di bricolage); pellicola trasparente; un foglio di cartoncino nero; colla; scotch; un termometro; una bacinella piena d’acqua; due mollette per i panni; una bottiglia di plastica tagliata a metà; una taglierina.
Svolgimento: Non facciamoci spaventare dal procedimento e dalla mole di materiale richiesto. Facciamo due fori con la taglierina su uno dei due lati più stretti della scatola che siano della grandezza del tubo. Al fondo della scatola incolliamo il cartoncino nero. Attacchiamo poi al fondo il tubo di plastica disponendolo a serpentina, per poi far uscire il tubo dai due estremi della scatola. Occorre calcolare circa 50 cm di tubo libero da entrambi i lati. Ricopriamo la scatola con la pellicola trasparente. Lasciare poi la scatola e la bacinella d’acqua vicine su un piano disposto al sole. Disponiamo un estremo del tubo nella bacinella e l’altro penzoloni sopra la mezza bottiglia posta in posizione più bassa rispetto la scatola e l’altra bacinella. Con il termometro misuriamo la temperatura dell’acqua nella bacinella e segniamola su un quaderno. Usando il tubo posto in estremo (quello “penzoloni” per intenderci), aspiriamo dentro il tubo finché non arriverà l’acqua. Pieghiamo il tubo, e blocchiamolo con una molletta. Facciamo la stessa cosa dalla parte della bacinella, sollevandolo, piegandolo e chiudendolo con l’altra molletta. Arrivati a questo punto occorre aspettare almeno due ore, se l’esperimento viene svolto in classe l’ideale sarebbe distribuire l’attività su due giorni. Liberiamo poi il tubo dall’estremo penzoloni, raccogliamo l’acqua dentro la mezza bottiglia e misuriamone la temperatura. Con i bambini si scoprirà che grazie al sole la temperatura più alta sarà quella nella bacinella all’inizio dell’esperimento. Perché non utilizzare lo stesso sistema per riscaldare l’acqua di casa?
Gioco 3: cosa vuol dire “effetto serra”
A cosa serve: perché l’effetto serra è un meccanismo pericoloso per il nostro pianeta?
Occorrente: una grande insalatiera di plastica trasparente, due termometri, due piccoli contenitori di plastica uguali, quattro cubetti di ghiaccio, acqua, una giornata di sole.
Svolgimento: riempire entrambi i contenitori di plastica con tre tazze d’acqua e aggiungere in ciascuno due cubetti di ghiaccio. Scegliere con la classe un luogo in pieno sole, appoggiare i due contenitori. Ricoprire uno di questi con l’insalatiera capovolta, e l’altro scoperto. Lasciare il tutto al sole per un’ora. Durante l’attesa è possibile osservare i due cubetti di ghiaccio in ciascun contenitore, annotando quali si scioglieranno per primi. Alla fine dell’esperimento sarà importante anche la temperatura dell’acqua in ciascun contenitore. Con la classe si scoprirà che al sole l’insalatiera capovolta produce l’effetto dei dei gas di co2, cioè lascia entrare la luce del sole, ma impedisce al calore del suolo di irradiarsi all’esterno; perciò la temperatura sotto l’insalatiera aumenta più che all’esterno fondendo prima i cubetti di ghiaccio. Proprio come avviene in un piccolo effetto serra.
Cosa accade quando energia, sapere e arte si fondono?
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_ di Federica Vivarelli