Cittadini e imprese sono al centro della transizione energetica italiana, destinatari e parte attiva di misure e politiche
Stringere un “patto verde” con imprese e cittadini, un Green New Deal, così come definito dagli americani, per condividere l’orientamento comunitario su efficienza e sicurezza energetica, utilizzo di fonti rinnovabili, mercato unico dell’energia e competitività . Questo, in estrema sintesi, l’obiettivo primario del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2030 redatto dal Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Il documento, la cui stesura è datata Dicembre 2019, è stato presentato a inizio gennaio 2020 alla Commissione Europea per l’approvazione di competenza. Ben prima che Greta Thumberg scuotesse come un terremoto le coscienze di giovani e meno giovani sulle problematiche climatiche mondiali, l’Italia ha messo in campo un ampio spettro di strumenti volti alla tutela ambientale e al miglioramento della vita dei cittadini.
Misure e riforme per il bene del pianeta e dei suoi abitanti
Ora, che anche l’opinione pubblica pare essere più sensibile al tema, il Bel Paese si dice pronto ad attuare nuove misure per la progressiva “diffusione delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica, connesse alla riduzione delle emissioni inquinanti e climalteranti, al miglioramento della sicurezza e alle opportunità economiche e occupazionali per le persone e per il sistema produttivo. Questa evoluzione – si legge nel Piano – sarà guidata dalla costante attenzione all’efficienza e sarà agevolata dalla riduzione dei costi di alcune tecnologie rinnovabili, tra le quali crescente importanza assumerà il fotovoltaico, in ragione della sua modularità e del fatto che utilizza una fonte ampiamente e diffusamente disponibile”.
Una trasformazione culturale accessibile e sicura
L’impegno dei Ministeri sarà anche garantire “compatibilità tra gli obiettivi energetici e climatici e gli obiettivi di tutela del paesaggio, di qualità dell’aria e dei corpi idrici, di salvaguardia della biodiversità e di tutela del suolo“. Un Piano che, nel solco della continuità ma proiettato verso il futuro, si propone di “concorrere a un’ampia trasformazione del panorama italiano, nella quale la decarbonizzazione, l’economia circolare, l’efficienza e l’uso razionale ed equo delle risorse naturali rappresentano insieme obiettivi e strumenti per un‘economia più rispettosa delle persone e dell’ambiente, in un quadro di integrazione nel mercato unico. Fondamentale sarà un’adeguata attenzione all’accessibilità dei prezzi e alla sicurezza degli approvvigionamenti e delle forniture”. Le premesse, quindi, sembrano davvero buone. Ma quali sono le principali direttrici di questo Green New Deal?
Tra obiettivi da raggiungere e assetti da modificare
In sinergia con la Strategia organica dell’Unione Europea, l’Italia persegue dieci obiettivi primari che si inseriscono in cinque linee di intervento da sviluppare in maniera integrata. Primo su tutti accelerare il percorso di decarbonizzazione ma anche fare in modo che cittadini e imprese siano protagonisti e beneficiari della trasformazione energetica e non solo soggetti finanziatori delle politiche attive. Si intende anche favorire l’evoluzione del sistema energetico, in particolare nel settore elettrico, da un assetto centralizzato a uno distribuito basato prevalentemente sulle fonti rinnovabili. Quindi si passerà ad adottare misure che migliorino la capacità delle stesse rinnovabili di contribuire alla sicurezza e favorire assetti, infrastrutture e regole di mercato. Fondamentale sarà anche garantire adeguati approvvigionamenti delle fonti convenzionali perseguendone la sicurezza, promuovere altresì l’efficienza energetica in tutti i settori, incentivando l’elettrificazione dei consumi, in particolare nel settore civile e nei trasporti. Infine accompagnare l’evoluzione del sistema energetico con attività di ricerca e innovazione, adottare misure e accorgimenti che riducano i potenziali impatti negativi della trasformazione energetica su altri obiettivi parimenti rilevanti (quali la qualità dell’aria e dell’acqua, il contenimento del consumo di suolo e la tutela del paesaggio) e continuare il processo di integrazione del sistema energetico nazionale in quello dell’Unione Europea. Un decalogo denso di obiettivi che, per essere raggiunti da qui a dieci anni, hanno indubbiamente bisogno dell’impegno di tutti, ciascuno secondo le proprie competenze e capacità.
_di Marilisa Cattaneo