ll Comitato Olimpico Internazionale punta molto sulla sostenibilità di questo grande evento. Ma, al di là di iniziative e annunci, quale sarà il risultato finale?
Le ultime due edizioni delle Olimpiadi hanno avuto un impatto ambientale enorme in termini di emissioni prodotte, di numero di costruzioni rimaste inutilizzate dalla fine dell’evento e dello spreco alimentare.
Sin dall’assegnazione dell’evento, ufficializzata nel 2017, la 33esima edizione dei Giochi Olimpici estivi è stata promossa come un’edizione all’insegna della sostenibilità. L’organizzazione ha promosso una strategia in più punti per risolvere i problemi rimasti irrisolti dalla precedenti edizioni. Obiettivi ambiziosi che vogliono dimostrare la possibilità di organizzare grandi eventi senza che questo produca gravi conseguenze sull’ambiente.
Il Villaggio Olimpico
Uno dei temi principali delle Olimpiadi di Parigi è stato quello della costruzione di nuove strutture. Per questa edizione la scelta è ricaduta sul riutilizzo di edifici esistenti o alla costruzione di strutture temporanee e concettualmente flessibili.
Tra i progetti più ambiziosi ci sono quelli che riguardano il Villaggio degli Atleti, esteso tra i quartieri di Saint-Denis, Saint-Ouen e Ile-Saint-Denis, che ospiterà circa 14.000 persone tra atleti e accompagnatori.
L’organizzazione e l’ottimizzazione degli spazi è un tema importante nella realizzazione del Villaggio. Trovandosi in prossimità della Senna, sono state sviluppate soluzioni per armonizzare le nuove costruzioni con il paesaggio fluviale, anche in vista della riconversione dei quartieri dopo le Olimpiadi.
Le architetture e gli alloggi di quest’area saranno realizzati prevalentemente in legno e calcestruzzo a basse emissione così da rendere più semplice la futura conversione in spazi di social housing, aperto alle fasce di popolazione più fragili.
L’utilizzo di facciate in pilotis, con supporti come colonne e pilastri che elevano il primo piano, e i materiali come la terracotta puntano a favorire la combinazione tra architettura e paesaggio. Mentre i tetti verranno destinati alla produzione energetica grazie alla dotazione di pannelli solari e alla creazione di giardini dotati di un sistema di abbassamento delle temperature all’interno degli edifici.
Il Centro Acquatico Olimpico
Il Centro Acquatico Olimpico di Seine Saint-Denis è uno dei due impianti sportivi costruiti da zero (l’altro è il Le Bourget Sport Climbing venue, sede dell’arrampicata sportiva).
La struttura di 5000 metri quadri dalla forma curva, ha un’anima di legno strutturale a basse emissioni di carbonio, mentre il tetto rivestito da un “prato” di pannelli fotovoltaici che renderà il Centro energeticamente autonomo. Dal punto di vista energetico, la caldaia digitale, grazie al suo centro dati, permetterà di recuperare il calore dell’acqua delle docce e di quella della piscina per assicurare la giusta temperatura per le gare. Infine, i seggiolini realizzati con tappi di bottiglie di plastica riciclati.
Una volta conclusi i Giochi, l’intera struttura verrà destinata al pubblico riducendo la capienza da 5000 a 2500 persone.
I numeri e le strategie per la sostenibilità
I numeri della sostenibilità dei Giochi di Parigi sono ambiziosi: -30% di emissioni rispetto alle due precedenti edizioni, 80% di energia prodotta da fonti sostenibili, riduzione del 50% dei rifiuti prodotti. Obiettivi che secondo le critiche non possono essere raggiunti per un evento di queste dimensioni.
Eppure il Comitato Olimpico Internazionale ha impostato una serie di strategie che non riguardano solamente le attività energetiche e le soluzioni edilizie.
Ad esempio, tre quarti dei milioni di attrezzature sportive che verranno utilizzate dovrebbero provenire dal noleggio o dalla fornitura diretta da parte delle federazioni degli atleti coinvolti. Sempre i tre quarti degli apparecchi elettronici saranno affittati.
Simbolica è poi la strategia adottata per la gestione dei pasti.
È stato infatti stimato che verranno serviti oltre 13 milioni di pasti: per ridurre l’impatto ambientale e i costi, verrà dimezzato l’utilizzo di plastiche monouso e saranno presenti moltissimi alimenti di origine vegetale provenienti da produzioni agricole locali, così da abbattere l’incidenza dei trasporti.
Infine, la vicinanza dei siti olimpici dal Villaggio degli Atleti (tutti entro i 10 km di distanza) ridurranno tanto il tempo di viaggio quanto l’impatto ambientale, mentre la flotta di veicoli a disposizione degli atleti includerà veicoli elettrici e ibridi.
Il bilancio sostenibile delle Olimpiadi sarà positivo?
Annunciata come un’edizione green, al netto delle strategie e delle azioni simboliche sull’utilizzo della plastica e dei menù vegetali, questo grande evento sembrerebbe ben lontano da poter essere definito sostenibile.
Le emissioni rilasciate saranno enormi e difficilmente potranno essere compensate dalle tante iniziative promosse. Inoltre, la strategia sostenibile basata sull’idea di compensazione (per cui la quantità di emissioni prodotte è uguale alla quantità di emissioni ridotte) è criticata dalla comunità scientifica perché gli effetti dell’emissione già rilasciati nell’atmosfera non vengono annullati.
Infine, si parla “caso foie gras”, certamente secondario nel grande schema delle cose ma fortemente simbolico. Questo piatto tradizionale è il frutto del maltrattamento degli animali, costretti a vivere in spazi angusti e messi all’ingrasso con metodi vietati come quello dell’intubazione. Ufficialmente il foie gras non è previsto dai menù della ristorazione presenti nelle aree attorno ai siti olimpici. Tuttavia, questo alimento potrebbe essere presente sotto forma di ingrediente di alcune ricette dedicate esclusivamente a chi acquisterà i costosi pacchetti ospitalità premium.
Le città europee più attente alla sostenibilità sono…
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_Simone Picchi