Più di un italiano su 5 fuma, oltre il 70% dei fumatori accende più di 10 sigarette al giorno
Mentre la Francia ha deciso di aumentare il prezzo delle sigarette fino a 13 euro al pacchetto e molti paesi varano leggi contro il fumo sempre più stringenti, in Italia oltre 10 milioni di cittadini possono essere considerati fumatori abituali. A rivelarlo è l’Istituto Superiore di Sanità, che nell’ultima edizione del suo Rapporto Nazionale sul Tabagismo rivela come i fumatori rappresentino il 20,5% della popolazione italiana (contro l’11% di ex fumatori e il 68,5% di non fumatori).
L’identikit del fumatore italiano
Il rapporto dell’ISS consente, incrociando i dati e le statistiche contenuti nella ricerca, di tracciare l’identikit del fumatore italiano. Se guardiamo al genere, per esempio, scopriamo che i tabagisti sono in maggioranza uomini: nel nostro paese fumano “solo” 4,4 milioni di donne (il 16% del totale) contro 6,3 milioni di uomini (oltre il 25% del totale).
Guardando poi all’aspetto anagrafico si scopre che l’età media dei fumatori italiani è rimasta sostanzialmente invariata negli ultimi anni: 46,3 anni nel 2017, un dato sovrapponibile a quello del 2022 (46,6 anni) e a quello del 2023, che si è attestato sui 46,7 anni.
Ma a che età si inizia a fumare? La stragrande maggioranza dei nostri connazionali inizia negli anni delle scuole superiori o in quelli immediatamente successivi. Infatti, per il 74,4% dei fumatori la prima sigaretta arriva in un’età compresa tra i 15 e i 20 anni.
Quante sigarette fumano gli italiani?
Fumi? E quante sigarette al giorno fumi? La domanda è molto frequente e la risposta arriva, puntualissima nella ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità:
- Meno di 5 sigarette: parliamo del 14,4% dei tabagisti;
- 5/9 sigarette: il 14,6% dei fumatori italiani;
- 10/14 sigarette: qui la percentuale sale fino a quota 31,6%;
- 15/19 sigarette: è il caso del 15% dei fumatori;
- Più di 20 sigarette: nella “fascia nera” della rientra il 24,4% della popolazione dei tabagisti nostrani.
Tabagismo: il 2023 chiude con una flessione positiva
Ma il 2023 ha regalato anche una buona notizia: il numero dei fumatori è calato rispetto all’anno precedente. Partendo dal dato relativo al 2022, infatti, il numero dei tabagisti italiani è sceso del 3,7% durante l’ultimo anno. Più nel dettaglio, il consumo di sigarette o prodotti analoghi si è ridotto del 5,1% nella popolazione maschile e del 2,2% in quella femminile. Una buona notizia per un Paese che continua però a restare nella “black list” del tabagismo europeo.
Le sigarette inquinano
Decisamente sì. Come se non bastassero i danni causati alla salute (sono oltre 4.000 le sostanze pericolose contenute al suo interno), il fumo inquina anche l’ambiente. La combustione delle sigarette, infatti, sprigiona in atmosfera un gran numero di gas estremamente nocivi. Una qualcosa di simile, rapportato in scala, di ciò che accade con gli incendi (leggi i dati sugli incendi nel 2023).
Inoltre, ciò che rimane delle sigarette (filtro, mozzicone ecc…) viene talvolta disperso nell’ambiente. Un problema più grave di quanto si pensi, poiché gran parte delle sostanze dannose ed inquinanti rimane “imprigionata” proprio nel filtro, che poi le rilascia nell’ambiente circostante (soprattutto se la “cicca” entra in contatto con l’acqua).
Giusto risarcire i cittadini affetti da patologie
da smog? Leggi il nostro articolo!
_Matteo Donisi