Tutto può generare energia… ma quale può essere realmente sfruttata e cosa rimane (per ora) solo un sogno?
L’energia si ricava ormai da moltissime fonti rinnovabili. Che si possa produrre sfruttando il sole è cosa nota, ma se vi dicessimo che si può produrre persino dall’ombra, dalle piante e dal sudore? Ormai gli esperimenti sono talmente tanti che si produce energia da materiali e sostanze molto diverse e in modi sorprendenti. Il problema è, da anni, sempre lo stesso: non tutte gli esperimenti riusciti si tramutano in soluzioni commercializzabili sul mercato in tempi rapidi e, spesso, i costi non sono sostenibili. Ma sognare è gratis!
Le celle solari che producono energia dall’ombra
Sembra un paradosso, eppure all’Università Nazionale di Singapore sono riusciti a realizzare celle fotovoltaiche capaci di generare energia sfruttando il contrasto tra zone illuminate e zone in ombra. Non solo. Il costo sarebbe addirittura inferiore rispetto a quello delle celle fotovoltaiche classiche. I ricercatori sono riusciti ad alimentare uno smartwatch, ed è proprio ad alimentare questo tipo di dispositivi che potrebbero essere utili le nuove celle: non tanto per sostituire i pannelli posti a terra o sui tetti ma come generatori di energia destinata agli apparecchi domestici all’interno delle nostre abitazioni.
Ma come si fa a sfruttare l’ombra? È vero, con le celle fotovoltaiche solitamente si cerca di catturare la maggior parte di luce possibile, evitando qualsiasi attenuazione. In questo caso, invece, le ombre diventano fonte di energia indiretta: il contrasto genera una differenza di tensione tra ombra e luce, il che produce corrente elettrica. Tecnicamente, il SEG (Shadow-Effect Energy Generator) si compone di celle poste su una pellicola di plastica flessibile e trasparente; ognuna di esse è un sottile filo d’oro posizionato su un wafer di silicio. Il massimo dell’energia viene generata quando soltanto una parte della cella è illuminata. L’altro risvolto interessantissimo è che le celle possono attivarsi quando transitano oggetti, proprio perché si genera una zona d’ombra.
L’erba che fornisce energia alla casa
Un team di ricercatori dell’Università di Tel Aviv e di quella dell’Arizona hanno passato anni ad escogitare un modo di ricavare energia dalle piante… e alla fine ci sono riusciti!
La considerazione alla base di ogni ragionamento è legata ad un processo che tutti noi studiamo già alla scuola elementare: la fotosintesi. Le piante utilizzano come energia quella del sole, che viene assorbita dalla clorofilla. In questo senso, è come se le piante fossero dei pannelli solari verdi disposti su tutta la superficie terrestre che catturano la luce per poi trasformarla in elettroni.
È possibile, allora, “collegare” un dispositivo ad una pianta? I ricercatori hanno cercato di capire dove fosse la spina lavorando su una microalga, nella quale è stato iniettato un enzima, il quale, attraverso un bireattore produce idrogeno. Le microalghe hanno creato cellule con il nuovo enzima ed è stato così scoperto che questo generava energia elettrica. Le applicazioni andrebbero dal settore agricolo a quello dei trasporti, secondo il team di studiosi. Al momento resta solo una scoperta sensazionale, ma quanto sarebbe bello avere un prato verde ad alimentare casa propria?
Energia… da tutto!
Sono ormai tantissimi i modi bizzarri per ricavare energia.
Alla City University di Hong Kong è stato sviluppato un generatore che sfrutta le gocce di pioggia: una sola goccia da 100 microlitri che cade da un’altezza di 15 cm può generare una tensione che supera i 140V ed alimentare 100 lampadine a Led di dimensioni ridotte.
In California, alla Jacobs School of Engineering, è stato invece utilizzato il sudore umano grazie ad un tatuaggio temporaneo che cattura gli enzimi e si ossida. I ricercatori sono riusciti ad alimentare persino le radio Bluetooth. L’applicazione più immediata, naturalmente, potrebbe essere l’alimentazione dei wearable device.
Anche gli animali possono diventare fonte di energia. Le meduse, ad esempio, contengono la Green Fluorescent Protein : una goccia di questa proteina inserita in un circuito in silicio esposto a luce ultravioletta può far muovere gli elettroni e, cioè, generare energia elettrica. A lavorarci sono stati gli studiosi dell’Università del Tennessee.
Se siete sportivi, infine, vi piacerà sicuramente Soccket, il pallone da calcio capace di convertire le vibrazioni in elettricità. Come immaginerete, non è un pallone “normale”. All’interno contiene una centralina. Per ora è solo un sogno, lo trovate su Kickstarter.
_ di Anna Tita Gallo