Molte nazioni misurano già il benessere con questo indice particolare. Anche il Messico lo introdurrà a breve
I soldi non fanno la felicità. Solo un proverbio o c’è del vero? Come possiamo calcolare in maniera verosimile il livello di benessere delle persone tenendo conto sia della soddisfazione economica che di altri elementi? E poi la felicità è soggettiva, si sa. Molti Paesi hanno comunque introdotto da anni un indice di benessere, che molti chiamano FIL – Felicità Interna Lorda rifacendosi al più noto Pil. In questi mesi sta pensando di introdurlo anche il Messico.
Il lockdown e quella domanda ricorrente: cosa ci fa stare davvero bene?
Nella fase di lockdown, quando il Coronavirus ci ha costretti a rimanere chiusi nelle nostre case, molti di noi hanno sicuramente compreso meglio ciò che aumenta la propria sensazione di benessere. E non è sempre e soltanto il denaro. Anzi, ci siamo tutti resi conto che, ad esempio, aspetti come la tutela della salute siano preziosi per garantire un livello di benessere adeguato o per darci comunque la sensazione di vivere in un luogo sicuro.
Anche il Messico avrà un indice di benessere
Ultimo in ordine di tempo, il presidente del Messico Andrés Manuel López Obrador ha annunciato in un momento ufficiale – un incontro con la stampa – di essere al lavoro per mettere a punto un indice di benessere alternativo al Pil, che in economia si considera l’indice per eccellenza quando si vuole misurare appunto il livello di benessere di un Paese.
Con il Pil “non si può capire come sta veramente la gente”, dice il presidente.
In effetti, viene da dargli ragione quando sottolinea che spesso un livello alto di Pil corrisponde a territori devastati, inquinamento, persone che si ammalano di patologie connesse a questa situazione.
Il nuovo indice sarà costruito grazie al contributo di specialisti di vari settori: sociologi, matematici, antropologi, psicologi… e anche economisti, perché comunque il loro apporto resta di gran valore.
Non si tratta di una notizia di colore o di un progetto senza basi solide. Il presidente sostiene che la crescita non serve se non è accompagnata da più uguaglianza. “E quindi bisogna aggiungere democrazia alla formula. Ci deve essere crescita con onestà, austerità, benessere, cultura e felicità“, dice. L’indice di benessere sarebbe, dunque, una svolta sociale.
Va anche precisato, tuttavia, che il Messico a livello di Pil non è sicuramente uno dei Paesi più invidiati al mondo, mentre un indice diverso potrebbe forse restituire esiti più gratificanti e migliorare l’immagine percepita della nazione.
La felicità al potere
Non è la prima volta che termini come “felicità” e “benessere” entrano in gioco nella scena politica. Il Buthan ha ormai da tempo un suo indice di Felicità interna lorda (Fil), basato su parametri come qualità dell’aria, salute dei cittadini, istruzione e ricchezza di rapporti sociali. È l’esempio più citato quando si parla dell’applicazione di un indice nuovo per misurare il livello di benessere della popolazione.
In Italia la Giunta di città come Milano, Gallipoli e Ventotene hanno già sperimentato la nomina di un assessore alla Felicità, inteso come figura incaricata di migliorare la vita delle persone. Ma poi la felicità non viene misurata con un indice.
Secondo la classifica del World Happiness Report 2020 il Paese più felice del mondo è la Finlandia, seguita da: Danimarca, Norvegia, Islanda, Olanda, Svizzera, Svezia, Nuova Zelanda, Canada, Austria. L’Italia si piazza al 30esimo posto.
La classifica però, anche in questo caso, considera in parte il Pil e parametri “classici” come il tasso di disoccupazione, la protezione offerta dallo Stato, l’alta prospettiva di vita per i giovani, l’aspettativa di vita per gli anziani, il sistema scolastico, le ore dedicate dalle persone ad attività ricreative, lo sviluppo delle reti sociali e, ovviamente, la stabilità economica e l’adeguatezza degli stipendi.
_ di Anna Tita Gallo