Usando una tecnica innovativa e rispettosa dell’ambiente, Terna ha realizzato un elettrodotto che collega Capri a Sorrento e Torre Annunziata per la fornitura di energia
Grazie a un elettrodotto sottomarino invisibile realizzato da Terna, Capri è entrato a far parte del sistema elettrico nazionale. La centrale dell’isola è stata collegata alle stazioni di Sorrento e Torre Annunziata, così da fornire agli abitanti energia con efficienza. Oltre a essere un’opera di indubbia utilità, consente all’isola di aprirsi alle fonti rinnovabili. Infatti la costruzione dell’elettrodotto ha portato alla dimissione dell’attuale centrale a gasolio di Capri, aprendo a nuove attività imprenditoriali per la costruzione di impianti verdi.
I lavori per la costruzione dell’elettrodotto sono iniziati nel 2017, con la costruzione del primo cavo (Capri-Torre Annunziata), mentre il secondo (Capri-Sorrento) è stato ultimato nel settembre del 2020. Grazie al collegamento Capri risparmierà 20 milioni l’anno e ridurrà le emissioni di Co2 di 130mila tonnellate.
Funzionalità e riqualificazione: le novità dell’elettrodotto
Grazie all’elettrodotto Capri, oltre a entrare a far parte della Rete elettrica nazionale, diventa uno snodo strategico per la penisola sorrentina. L’anello che collega l’isola infatti ha una capacità di 160 MW con flusso bidirezionale in corrente alternata, così da garantire il fabbisogno a privati, aziende e Pubbliche amministrazioni. Se si pensa che la rete elettrica della zona risale agli anni ’60 ci rendiamo conto dell’innovazione e dell’importanza dell’elettrodotto. Con i collegamenti con Torre Annunziata e Sorrento l’isola potrà evitare sprechi di energia per il trasporto e malfunzionamenti che anche di recente si sono verificati a Capri.
Oltre che per l’efficienza energetica, la costruzione dell’elettrodotto ha rappresentato un’occasione storica per riqualificare il patrimonio paesaggistico che ogni anno attira turisti da tutto il mondo. Con l’avvio dei lavori Terna ha contributo a eliminare circa 60 chilometri di linee ormai obsolete, di cui 20 chilometri all’interno del Parco Regionale dei Monti Lattari, oltre 160 i tralicci eliminati.
I blackout degli ultimi anni
Insieme alle scosse di terremoto, le interruzioni rappresentano delle cause di disagio per l’isola. Nonostante la sicurezza dei collegamenti elettrici, le isole minori sono state spesso colpite da black-out e, benché di breve durata, hanno portato problemi.
Nel corso degli ultimi anni a Capri si sono verificate diverse interruzioni che hanno lasciato al buio famiglie e causato problemi alle attività aperte anche di sera. Nel 2015 Capri rimase senza corrente per sei ore; nel 2016 per 4 ore dopo lo scoppio di un motore della centrale elettrica Sippic; nel giugno del 2017 il blackout causò il fermo della funicolare, con disagi sia per i residenti che per i turisti. L’ultimo risale al marzo di quest’anno, quando per due giorni alcuni comuni della zona di Anacapri rimasero senza elettricità.
Directional drilling, una tecnica efficace e rispettosa alla biodiversità
Oltre a garantire un accesso sicura all’energia elettrica, il collegamento resta un’opera di alta sostenibilità. Infatti è stata realizzata con la tecnica del directional drilling, che consente di perforare il terreno (anche quello dei fondali marini) e contemporaneamente di controllare la traiettoria. In questo modo i sub hanno sistemato i tubi senza alcun impatto per la flora marina. Per proteggerli, durante la posa, è stata utilizzata un’altra tecnica innovativa, il cosiddetto jetting. Si tratta di un macchinario specifico che viene calato dalla nave sul fondale e attraverso un getto di acqua e aria consente la movimentazione dei sedimenti, creando una sorta di trincea sottomarina in cui i cavi si adagiano.
Così, oltre alle sue bellezze, Capri verrà apprezzata anche come modello di sostenibilità.
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_ di Matteo Melani