“Earth: One amazing day” o, se preferite il titolo in italiano, “Earth: Un giorno straordinario” è un documentario uscito nelle sale il 22 aprile 2018 in occasione della Giornata Mondiale della Terra. A sostituire Robert Redford, monumentale voce narrante della versione originale, è stato in Italia Diego Abatantuono in una veste inedita. La firma sul progetto è quella della BBC, un marchio di garanzia. Tre i registi al timone: il premio BAFTA Richard Dale, il candidato all’Oscar Peter Webber e il primo documentarista cinese ad aver ottenuto un Emmy in due categorie, Fan Lixin. Nomi che alla maggior parte di noi non suonano forse familiari ma che hanno reso questo documentario una bomboniera da custodire e tramandare.
L’idea portante è contenuta nel titolo: mostrare le meraviglie che accadono sulla Terra in un solo giorno, dall’alba al tramonto. Obiettivo non da poco, ma i tre registi non falliscono, catapultandoci scena dopo scena dalle foreste tropicali ai Poli, dalle praterie al deserto, mentre le ore scorrono e una nuova notte si avvicina. L’intero documentario è un susseguirsi di aneddoti, con animali più o meno noti ritratti in momenti cruciali della propria esistenza. La differenza, rispetto ad altri documentari molto simili è la qualità delle immagini: nitide, catturate a distanza estremamente ravvicinata, al punto che viene da chiedersi continuamente come sia stato possibile con un oggetto estraneo non disturbare la normale routine di tutti questi esseri viventi.
Il segreto sono cento operatori che hanno lavorato per ben cinque anni a questo progetto. Un mese intero è stato dedicato alle giraffe, un altro mese ai pinguini e così via. Ecco perché ogni scena racconta un solo istante ma riesce a sorprenderci come se raccontasse una vita intera.
La qualità invece è merito di telecamere supertecnologiche di ogni sorta, da quelle posizionate sui droni a quelle mimetiche, dai sensori alle fototrappole.
Cinque anni sono lunghi ma evidentemente necessari a raccontare il preciso momento in cui ogni essere vivente compie l’azione più memorabile della giornata e rende il mondo ancora più entusiasmante.
E’ l’alba, dunque. Siamo sul Pianeta più incredibile di tutti.
I primi raggi di sole sfiorano rami, foglie, sabbia, montagne, oceani e tutto ciò che il mondo ospita.
C’è chi si risveglia, chi si stiracchia, chi porge un saluto al sole con un grido acuto.
La Terra si è messa in moto.
A dire il vero, non ha mai dormito. Molte specie si ritirano nei loro anfratti proprio al sorgere del sole. Lasciamole riposare e concentriamoci su ciò che inizia a brulicare.
La prima riflessione siamo portati a farla su una crescita silenziosa. Al mondo esistono piante che crescono, crescono, crescono… e noi non ce ne rendiamo conto. Una di queste è il bambù, capace di svettare di oltre 60 cm in più ogni giorno, in certi periodi anche di un metro in più.
Ed ecco un panda, che di bambù è ghiotto. Un panda trascorre circa 14 ore al giorno mangiando. Accanto a lui, le telecamere ritraggono un cucciolo. Un’immagine rara e preziosa. Ne restano soltanto poche centinaia.
Il nostro Pianeta è colmo di sorprese e in un solo giorno accadono rituali quasi magici.
In alcune colonie di pinguini le madri restano con i loro piccoli ore ed ore in attesa dei padri di ritorno dalla caccia. Una caccia che inizia con un tuffo rocambolesco tra le onde dell’oceano, oltre ripide pareti rocciose, e termina con una risalita faticosa ed altri chilometri da percorrere nel ghiaccio fino a quei cuccioli affamati. Un tuffo dopo l’altro, un passo dopo l’altro, un giorno dopo l’altro.
Dall’altra parte del mondo, in Patagonia, piccoli di iguana fanno capolino dalla sabbia dopo mesi di incubazione. La loro prima sfida in questo nostro mondo è quella contro il pericolo. Lassù, su alti scogli, c’è la salvezza. Ma decine di serpenti sono in attesa di un pasto. Serve agilità, serve lucidità, serve calma. Temete per questi piccoli? Tranquilli, potete dimenticare i documentari cruenti e rilassarvi, in questo caso vedrete solo bellezza e non ci saranno spargimenti di sangue.
Vale anche per le zebre, raccontate talmente vicino che vi sembrerà di non averne mai vista una. Anche in questo caso, per un cucciolo appena nato la prima sensazione è quella del pericolo. Leoni da scansare, fiumi in piena da attraversare. Ma c’è una mamma pronta a salvare i suoi piccoli. E la fortuna fa la sua parte: a mezzogiorno i predatori boccheggiano sotto il sole cocente e preferiscono sdraiarsi all’ombra.
Intanto, chissà dove, un colibrì dalle racchette vola di fiore in fiore per tutto il giorno. Mangia, mangia, mangia. E questo suo infinito bisogno di nettare e nutrimento è fonte di quell’impollinazione tanto preziosa per il Pianeta.
In fin dei conti, questo documentario non ci svela nulla che non abbiamo visto prima d’ora. Ma ci porta più vicini e, evitando di ricordarci gli aspetti cruenti e tragici della vita, focalizza la nostra attenzione sulla meraviglia a cui la Terra fa da casa e ci invita, implicitamente, a prendercene cura. “Earth: One amazing day” è un documentario per tutti, grandi e piccoli, da guardare la sera sul divano prima di andare a dormire con un lieto fine impresso nella mente. Anche quando davanti ai nostri occhi il più forte vince traiamo un insegnamento e non proviamo pena per il più debole, sappiamo che la legge della natura è giusta per definizione.
Non a caso, i registi hanno reso umanizzato gli animali mentre si muovono, mentre osservano, mentre attendono. La musica che li accompagna li rende protagonisti di film di generi diversi. Proviamo tenerezza per i grandi cetacei addormentati, divertimento di fronte all’orso bruno che si gratta contro la corteccia di un albero, apprensione per la mosca intrappolata in una pianta carnivora. Avventura, horror, western, thriller, azione. Il mondo è fatto da tanti film.
“Questo non è il mio lavoro, ci sono persone che lo fanno meglio di me, ma il film era talmente bello il film che l’ho voluto fare pensando ai miei figlie e alle mie due nipotine. Perché dopo averlo visto esci sereno e felice di vivere in un posto fantastico come il nostro pianeta. Sembra quasi uno spot affinché tutti ci si impegni a mantenerlo così come lo abbiamo visto. Vedere una cosa bella ti fa venire voglia di lottare per mantenerla tale”, ha dichiarato Diego Abatantuono all’epoca dell’uscita del documentario.
E’ tutto esattamente così. La sua narrazione non è impeccabile, la sua voce è lontana da quelle che tradizionalmente ci accompagnano da un capo all’altro del mondo nei documentari più noti. Ma Abatantuono è un narratore autentico, un amico.
Forse dimenticheremo in fretta questo documentario, forse non sarà memorabile.
Ma nei suoi 96 minuti ci avrà raccontato il Pianeta in maniera vivace, generosa e disincantata e ci lascerà con il sapore dolce che solo le favole sanno lasciare.
Prendetelo per ciò che è: una sintesi della grandezza della natura, della biodiversità, della vita e della maestosità che la Terra ospita. Una maestosità tanto evidente quanto fragile. E tocca a noi preservarla.
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_ di Anna Tita Gallo