Informatici ma anche… contadini! Quei lavoratori che condividono uno spazio per risparmiare
La condivisione è in generale un’ottima soluzione per ridurre i costi e abbattere gli sprechi e questo vale anche per il lavoro. In questi ultimi anni, anche con l’aumentare del lavoro a distanza, il coworking è diventato un’alternativa validissima che permette la condivisione di uno spazio con altre persone ma svolgendo attività in completa autonomia. Rispetto a lavorare in un luogo solitario, uno spazio di coworking consente di stringere relazioni e di svagarsi, ecco perché gli spazi di lavoro dispongono spesso di bar e aree comuni per riunioni ma anche per le pause. Ad oggi i lavoratori che scelgono il coworking sono soprattutto quelli del ramo informatico o Web (grafici, programmatori, social media manager) ma anche tanti artigiani e agricoltori hanno scelto spazi condivisi per la propria professione.
Un modello di lavoro sostenibile e conveniente
Il coworking è nato negli Stati Uniti nel 2005 dalla mente del programmatore americano Brad Neuberg e nel giro di pochi anni si è diffuso in altri Paesi, tanto che secondo l’ultimo rapporto di Zippia si contano ben 19.400 strutture in tutti e quattro i continenti. Probabilmente sono molte di più. I vantaggi per un professionista sono notevoli, basti pensare che la condivisione permette di risparmiare sui costi di gestione e di manutenzione di un ufficio tradizionale.
La tendenza al coworking ha portato le strutture ad adottare pratiche virtuose: c’è chi ha installato pannelli fotovoltaici sui tetti, chi ha installato contenitori per smaltire i rifiuti elettronici e chi ha offerto servizi di bike sharing per spostarsi.
Agricoltura e artigianato: il futuro del coworking
Il coworking sta prendendo campo anche in settori diversi da quelli tipicamente “da scrivania”. Da qualche anno si è diffuso l’affitto della poltrona, cioè la condivisione di uno spazio comune fra estetiste e parrucchieri, che esercitano la propria professione per conto proprio (con clienti, strumenti e registratore di cassa separati) ma con le spese generali suddivise tra loro. I negozi vengono messi a disposizione dai proprietari immobiliari e a seconda della zona esistono norme diverse in materia.
Anche tanti artigiani scelgono spazi di coworking per il loro lavoro, vere botteghe condivise, stanze destinate a chi per età anagrafica o per altri motivi non ha la possibilità di acquistare una bottega tutta propria. Vi portiamo l’esempio di FabLab di Schio (VC), un tempo sede di un maglificio e oggi laboratorio per artigiani e microimprese che vogliono sviluppare nuove idee. Oltre al banco da lavoro, gli artigiani hanno a disposizione anche macchinari per il taglio di materiali e stampanti 3D.
Se il coworking artigianale ha spesso dato una nuova vita ai vecchi stabilimenti, il coworking agricolo sta riportando i territori abbandonati ai vecchi splendori. Durante la pandemia agricoltori, commercianti e guide turistiche si sono messi in rete per formare incubatori rurali per promuovere i prodotti tipici e le tradizioni e di luoghi periferici, con il risultato che oggi tanti campi vengono aperti ai turisti e alle scuole per mostrare le bellezze della natura.
Lo smart working conviene davvero?
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_Matteo Melani