Ha regnato nel mercato della telefonia mobile per oltre dieci anni. Poi il lento declino e la fine
C’era una volta il BlackBerry. L’iconico marchio canadese, che ha dominato il mercato della telefonia mobile per oltre un decennio, sembra essere giunto al capolinea definitivo. A gennaio 2022 l’ex-colosso ha interrotto il supporto al sistema operativo BlackBerry OS e tutti gli smartphone con questi servizi hanno smesso di funzionare. Inoltre, l’azienda ha deciso di cedere a Catapult IP Innovation un buon numero di brevetti relativo ai dispositivi mobili, alla tecnologia di messaggistica e alle reti wireless per 600 milioni di dollari. Ma come si è arrivati a questo?
Gli albori
La storia di BlackBerry, chiamata in principio RIM (Research in Motion), è densa di sfide sin dall’anno del suo esordio, il 1984, anche se è solo a partire dal 1999 che inizia a intravedere la strada del successo. In quello stesso anno, infatti, viene lanciato il BlackBerry 850 pager, un cercapersone la cui disposizione dei tasti ricordava le sembianze di una mora, che grazie alla capacità di ricevere mail da Microsoft Exchange Server ottiene il titolo di prodotto aziendale per eccellenza.
Ma il primo vero e proprio telefono mobile, dotato della capacità di fare telefonate, è il modello BlackBerry 5810; i ricavi dell’azienda crescono in maniera esponenziale tra il 1999 e il 2001, anche grazie al maggiore utilizzo di questi dispositivi da parte di tantissime aziende. Il periodo dal 2001 al 2007 è il più florido per BlackBerry, con un’espansione globale dell’azienda grazie al lancio di nuovi prodotti sul mercato.
L’arrivo dell’iPhone
Nel gennaio del 2007 Steve Jobs presenta in anteprima il nuovo dispositivo della Apple: un telefono cellulare, dal nome di iPhone, dove la tastiera non esiste, i tasti meccanici ridotti al minimo essenziale e un display da 3,5″ touch screen. Una novità che però sembra intimorire troppo gli animi della dirigenza RIM; Mike Lazardis, l’ingegnere creatore del BlackBerry insieme a Douglas Fregin, coglie lo spunto e crea dà vita nell’anno successivo, il 2008, il primo BlackBerry in versione touch. Il BlackBerry Storm sembra segnare buoni risultati a livello di vendite, anche se non mancano le critiche della stampa di settore.
L’annus horribilis
Se nel 2010 negli Stati Uniti oltre 22 milioni di utenti avevano dispositivi Blackberry, nel 2011 Apple supera Rim per numero di dispositivi venduti. Per cercare di recuperare, lo stesso anno viene lanciato l’innovativo tablet BlackBerry Playbook, che però si dimostra essere un flop totale: troppo caro, poche funzionalità e poco performante.
Il prezzo delle azioni crolla di circa l’80% e la società è costretta a lasciare a casa 2000 persone. Nel gennaio 2012 Lazaridis lascia il proprio ruolo di ceo e RIM registra la prima perdita netta in anni di storia. Il nuovo amministratore delegato Thorsten Heins decide di operare una ristrutturazione massiva: altri 5000 licenziamenti, numerose sostituzioni ai vertici e il posticipo del lancio del BlackBerry 10 al 2013, anno in cui l’azienda deciderà di usare il nome del proprio telefonino come brand name.
Nel 2013 la società tocca il fondo, con milioni di perdite e un continuo turnover ai piani alti, un indice di forte instabilità. Nel primo trimestre del 2014 il bilancio è in rosso per 84 milioni di dollari; l’annuncio porta a un calo del prezzo delle azioni di circa il 30%.
Nonostante alcuni tentativi di rilancio, nel settembre 2016 BlackBerry annuncia la propria intenzione di uscire dal mercato dei produttori di smartphone. È la fine di un’era.
Le cause del declino
Il BlackBerry è stata una vera e propria novità sul fronte tecnologico degli anni ’90 e in pochi anni il brand diventa una garanzia.
Con l’arrivo dei grandi competitor e dei sistemi operativi Android e iOs, unito alla poca attenzione verso il consumatore medio, la società comincia a perdere colpi. Ma invece di correre ai ripari rimane abbastanza passivo a tutti i cambiamenti che si stavano verificando, nel settore tecnologico come nella società stessa.
Secondo gli addetti ai lavori, a sconfiggere il marchio sarebbe stata la mancanza di lungimiranza. Sicuramente, ma forse anche il fatto di essere stata fondata a Waterloo (Canada) non deve aver portato troppo fortuna.
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_Hillary di Lernia