Sempre più persone scelgono formule alternative all’auto di proprietà: un trend sostenibile in tutto il mondo
Per molte persone utilizzare l’auto è una necessità, spesso a causa della non disponibilità di alternative. Secondo l’ultimo rapporto sulle mobilità degli italiani di Isfort, il 62,9% degli intervistati ha usato l’automobile per 1 o 2 spostamenti nella giornata, mentre la percentuale aumenta per chi si sposta almeno 3 volte al giorno (63,6%) e più di 3 volte al giorno (64,1%).
Il possesso di un’autovettura si traduce in spese (carburante, assicurazione, bollo) e attenzioni costanti (lavaggio, manutenzione, revisione), a cui si aggiunge il problema delle emissioni. Chi desidera risparmiare e ridurre l’impatto inquinante dei propri spostamenti, negli ultimi anni, ha iniziato a scegliere formule alternative all’auto di proprietà. Molti ad esempio sfruttano il car-pooling, la condivisione di viaggi in auto tra più persone come succede tra colleghi di lavoro o compagni di università. La condivisione dei viaggi esisteva già quando non era stata codificata con termini più moderni, ma negli ultimi anni con la diffusione delle app per smartphone e tablet i servizi sono diventati più veloci e più dinamici.
Carpooling, car sharing, ride sharing: tutte le differenze
La condivisione di un veicolo e di un viaggio è ciò che accomuna le nuove forme di prestito, ma non tutte sono uguali. Il car pooling consiste nella condivisione con altre persone dello stesso itinerario: consultando le apposite app è possibile vedere se nei pressi della propria zona ci sono persone che hanno programmato un viaggio con la destinazione comune e chiedere di fare il percorso insieme. Chi organizza gli spostamenti di solito richiede un contributo per il carburante e per i pedaggi.
Diverso il car sharing, cioè l’autonoleggio a tempo di un’automobile di proprietà di terze parti che possono essere imprese private o pubbliche (come i Comuni). Anche in questo caso, tramite le app è possibile vedere la disponibilità dei veicoli e i punti di consegna. I servizi di car sharing possono essere station based, cioè con noleggio auto presso punti fissi, o freefloating, cioè, con noleggio auto in qualsiasi luogo.
Per ride sharing, invece, si intende l’attività di condivisione di passaggi in auto anche al fine di produrre un guadagno come nel caso delle auto a noleggio con conducente.
Una spinta verso l’auto elettrica
Queste nuove forme di condivisione di veicoli sostengono la svolta sostenibile della mobilità: con un numero inferiore di auto per le strade si abbassano le emissioni di gas nocivi. Allo stesso tempo, aiuta a far conoscere l’elettrico, visto che molti operatori di noleggio hanno ampliato la propria flotta proprio inserendo auto elettriche, a partire dalle società comunali. In diverse città sono previsti vantaggi per chi guida un’auto a motore elettrico, da quelli legati alla circolazione (permette l’ingresso nelle Ztl, Zone Traffico Limitato) a quelli legati al parcheggio (si può sistemare il veicolo negli spazi riservati ai residenti, negli spazi delimitati da strisce blu e negli appositi spazi dedicati al car sharing). Anche alcune società di noleggio con conducente hanno ormai a disposizione auto ibride o elettriche.
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_Matteo Melani