L’antidoto al riscaldamento globale si nasconde tra gli alberi secolari del Parco del Pollino: lo conferma una recente ricerca scientifica
Con i suoi 192.565 ettari a cavallo di Basilicata e Calabria tra le province di Potenza, Matera e Cosenza, il Parco del Pollino figura dal 2015 nella lista globale dei geo-parchi dell’UNESCO ed è considerato la riserva protetta più estesa e preziosa d’Italia, e da oggi per una ragione in più.
Lo studio
Un team di ricercatori italiani e spagnoli ha studiato la vegetazione del Pollino, in particolare le foreste montane di vecchia crescita, che rappresentano una “cartina tornasole” ideale per individuare e prevedere gli impatti a lungo termine dei cambiamenti climatici sull’ambiente.
Dallo studio, pubblicato su “Science of the Total Environment” – settimanale scientifico internazionale peer-reviewed tra i più accreditati in materia – è emerso che gli alberi secolari del Pollino sono dotati di una sorta di immunità al cambiamento climatico e in particolare al surriscaldamento globale. Un’immunità che però manca agli alberi più giovani, le cui generazioni crescono più velocemente ma subiscono gli effetti della crisi climatica in atto ovunque nel mondo.
A vincere sono gli anziani
La sensibilità climatica, calcolata nella misura delle risposte di crescita radiale al clima negli ultimi tre decenni, è diversa tra le specie. Ad esempio, se da un lato le alte temperature primaverili aumentano la crescita delle conifere, dall’altro, ha un impatto negativo e frena la crescita dei F. sylvatica, comunemente detto faggio, appartenente alla famiglia delle Fugacee. Al contempo, questa la scoperta degli studiosi, all’interno di una stessa specie, i vecchi alberi crescono a una velocità relativamente lenta ma stabile, mostrando nel tempo una straordinaria resistenza al riscaldamento climatico. All’opposto, gli individui più giovani, pur essendo della stessa specie, mostrano nel tempo una crescita accelerata che in qualche modo li espone ai danni climatici.
Un patrimonio da tutelare e un’occasione da non sprecare
All’interno del Parco Nazionale del Pollino troviamo alberi di grande bellezza e pregio, come il Platano di Curinga o il Pino Loricato, straordinari percorsi acquatici come il canyon di Caldanello o le Gole del Raganello, e ricchezze naturalistiche tali che negli ultimi anni alcuni imprenditori, soprattutto giovani lucani e calabresi che già operano nel settore, hanno dato via a progetti di agricoltura, sport e turismo sostenibili, grazie anche ai finanziamenti dell’Unione Europea destinati alle politiche green. Con il Piano per la Ripresa dell’Europa approvato nel 2020, su 7,5 miliardi stanziati, 400 milioni sono andati all’Italia, intenzionata più che mai a dare una svolta green al Paese. Tra le priorità del NextGenerationEU europeo c’è la lotta ai cambiamenti climatici, cui verrà riservato il 30% dei fondi europei, la più alta percentuale di sempre per il bilancio dell’UE. E chissà che qualcosa non arrivi anche al Parco del Pollino, passando per le mani di chi ha come unico interesse a tutelare il patrimonio della propria terra, non del proprio portafoglio tramite malaffare e criminalità.
Alberi e foreste saranno la nostra salvezza!
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_ di Stela Xhunga
Credit immagine di copertina: Giacomo Ciangottini