Grazie al clima e alla grande quantità di risorse naturali, sono molti gli stati africani che stanno puntando sulle fonti rinnovabili e su sistemi di riciclo per rilanciare la propria economia
Nell’immaginario collettivo, l’Africa è piegata dalla povertà. Se sul piano economico rimane il continente più povero del pianeta, nella ricerca di soluzioni sostenibili sta diventando un modello anche per i paesi più ricchi.
Gli Stati africani infatti sono ricchi di risorse naturali che possono essere sfruttate per generare energia pulita. Un esempio è il Kenya che produce il 70% del fabbisogno energetico da fonti rinnovabili e che nei prossimi dieci anni potrebbe raggiungere il 100%. Oltre che per l’uso di energie alternative, l’Africa è diventata una meta scelta da molte aziende per testare dispositivi green e dare al popolo africano una vita migliore.
Insomma se la condizione di assoluta povertà rimane, oggi sembra il punto di partenza per un mondo più pulito.
Il primato del Kenya
Se il Coronavirus ha causato numerosi decessi e affossato l’economia africana, nulla ha tolto alle potenzialità legate all’energia rinnovabile. Il paese del continente che si sta distinguendo per l’attenzione alle fonti pulite è il Kenya, che negli ultimi anni ha implementato gli investimenti pubblici verdi per stimolare la crescita economica. Un passo decisivo per la transizione alle fonti pulite è stato la costruzione del Lake Turkana Wind Project (LTWP), il parco eolico più grande d’Africa, promosso dalla compagnia energetica statale e che ha visto coinvolte imprese italiane e africane. Il parco si estende lungo le terre del lago Turkana ( a nord della capitale Nairobi) e occupa un’area di 45 km. Realizzato nel 2016, la centrale comprende 365 turbine e fornisce elettricità a quasi il 20% della popolazione keniota. Oltre che per l’energia eolica il Kenya è il primo paese in Africa per diffusione di energia solare e geotermica, che con 700 Megawatt prodotti ogni anno è il settimo paese nel mondo.
Fonti pulite e riuso, le basi per il prossimo svlluppo
Anche nella zona più povera del mondo è possibile brevettare soluzioni innovative e sostenibili. La start-up Green Heat, con sede a Kamila, in Uganda, produce impianti di biogas, bricchette e lampade a energia solare destinate a privati, scuole e aziende di tutta l’Africa. Nei paesi poveri i rifiuti nocivi rappresentano la causa di problemi di salute. Ebbene con l’impianto Biogester è possibile generare gas e fertilizzanti pulito gli scarti liquidi. Grazie a una tecnologia brevettata da Green Heat, l’impianto recupera i liquidi di scarto dalle fogne per riciclarli in biogas utile a produrre energia elettrica o foraggiare il terreno. I Biogester possono essere alimentati con una varietà di liquidi come acqua piovana e acque reflue.
Un’altra invenzione che va nel segno della sostenibilità sono le bricchette per il fuoco, formate da bucce di banana essiccate e polvere di carbone. Esse sono alternative ai materiali che di solito vengono usati per la combustione, come legno e carbone. Oltre a emettere meno fumo, le bricchette durano più a lungo. Nell’ultimo anno l’azienda ha fornito 490 tonnellate di bricchette a oltre 770 nuovi clienti. Insomma tutte soluzione innovative che riscuotono successo.
Un laboratorio di idee green
Grazie al clima e alla varietà di risorse naturali, diverse multinazionali hanno sperimentato in Africa prodotti da lanciare sul mercato. Una di queste è Alphabet, holding di Google, che in Kenya ha testato Project Loon, una tecnologia a palloni autonomi che al suo interno ha dei ripetitori cellulari per la connessione a internet alimentati a pannelli solari. Le velocità di connessione 4G LTE sono su 18,9 Mbps in download e 4,74 in upload. Nonostante Alphabet abbia già sperimentato Project Loon in stati in via di sviluppo come Perù o Sri Lanka, in Kenya si tratterà di una vera e propria operazione commerciale dato che dopo la fase di prova i palloni passeranno a Telkom Kenya, la compagnia statale di telecomunicazioni.
Oltre al Kenya altri paesi stanno verso l’innovazione sostenibile. Uno è l’Egitto che ha in cantiere il progetto per una serra per lattuga alimentata a energia solare e che sarà completamente automatica. Vander Hoeven, impresa olandese proprietaria del brevetto, ha dichiarato che se la serra funzionerà ne posizionerà in altri stati africani.
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_ di Matteo Melani