Tra gli articoli più acquistati (e regalati) ci sono da sempre quelli di elettronica, con gli smartphone sempre in cima alle preferenze di persone di tutte le età.
Il mercato è ricco più che mai e la scelta ampia ma acquistare uno degli ultimi modelli può essere difficile; per alcuni poi la ricerca di un acquisto sostenibile li esclude automaticamente.
Molti non sanno che da ormai diversi anni il mercato dello smartphone ricondizionato è in costante crescita: ad un prezzo conveniente e in condizioni pari al nuovo, con una breve ricerca online o tra le vie delle nostre città, è possibile portare a casa ciò che desideriamo!
Smartphone ricondizionato e sostenibilità
Ma cos’è uno smartphone ricondizionato?
È un dispositivo che viene riqualificato dopo un’accurata verifica in ogni suo elemento in base a protocolli rigorosi: dalla batteria alla fotocamera, sino alle condizioni del display alle prestazioni del processore, nulla viene lasciato al caso.
Una volta riassemblato, al dispositivo viene assegnata una valutazione generale sulle sue condizioni, dalle quale dipende il prezzo di vendita, più basso rispetto al prodotto nuovo.
Gli alti standard qualitativi del ricondizionamento allungano il ciclo vitale di tutti i modelli, ristabilendo le performance originarie e riqualificando soprattutto quelli meno recenti che possono essere utilizzati tenendo il passo delle ultime novità.
Al di là dei benefici economici per il cliente finale, che può avere tra le mani ottimi dispositivi a prezzi accessibili, la riqualifica allontana il momento in cui gli smartphone andranno a finire tra i rifiuti elettronici, che – come ogni tipologia di rifiuto – necessitano di essere smaltiti.
Il problema della gestione dei rifiuti elettronici
Tra i tanti rifiuti stoccati quotidianamente, il problema delle scorie dei vecchi prodotti elettronici e della loro gestione, di per sé complessa per via dei tanti materiali utilizzati e dei differenti processi per il loro corretto smaltimento, è particolarmente importante anche alla luce dell’impatto ambientale e di importanti temi etici.
Non è un mistero che i Paesi in via di sviluppo siano sempre più sommersi da “cimiteri elettronici” che con le loro scorie degradano i meravigliosi paesaggi, provocando danni irreparabili per l’ambiente e la salute delle comunità costrette a lavorare e vivere attorno a questi centri.
Senza contare lo sfruttamento delle popolazioni locali per l’estrazione delle risorse utili all’assemblaggio degli smartphone che teniamo tra le nostre mani, come il coltan e il cobalto presenti in miniere controllate da uomini senza scrupoli e con il duro lavoro (anche minorile) in condizioni di semi-schiavitù.
Acquistare uno smartphone ricondizionato significa quindi rallentare la pressione vertiginosa della produzione di elettronica di consumo, un settore che più di altri vive di continue novità. Una pressione che – lontano dai nostri occhi – dissanguina territori e intere comunità.
Un settore in continuo sviluppo
Secondo le stime la scelta di un ricondizionato riduce dell’80% l’impatto ambientale circa il 70% delle emissioni di gas serra derivanti da tutti le fasi di produzione (dall’estrazione all’assemblaggio).
Il settore è in crescita costante con cifre che potrebbero raddoppiare nel giro di quattro anni: dai 206 milioni di dispositivi rigenerati nel 2019 si passerebbe al doppio, con il mercato dei ricondizionati che arriverebbe a pesare più di un quarto nel commercio degli smartphone.
L’importanza di questi dati è confermata dalla nuova attenzione dei marchi alla sostenibilità produttiva: vedi ad esempio il maggiore utilizzo di materiale riciclato per la componentistica, alla ricerca di soluzioni dal basso impatto ambientale, sino alla scelta di non includere gli accessori nel packaging originale.
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_ di Simone Picchi