L’analisi di un frammento dello Stone 58 svela come mai il cerchio megalitico abbia potuto resistere per 5000 anni a vento e intemperie
Lo studio, pubblicato sulla rivista Plos One, rivela che la pietra è composta da piccolissimi quarzi disposti in una matrice di cristalli ad incastro ed è praticamente indistruttibile. E’ stato anche identificato il luogo di provenienza dei “sarsen” (grandi blocchi di arenaria): le Foreste di West Woods, a 25 km da Stonehenge.
Le rivelazioni del “Phillips Core”
A lungo gli studiosi si sono interrogati su come fosse possibile che il gruppo di pietre avesse resistito all’erosione degli agenti atmosferici e perdurasse, praticamente immutato, dai tempi del Neolitico. Come hanno fatto i megaliti a non sbriciolarsi Semplice: hanno un cuore di quarzo, che li rende indistruttibili. Il frammento cilindrico su cui è stata effettuata l’analisi è stato soprannominato “Phillips Core” e prende il nome da Robert Phillips. Nel 1958 a Phillips venne commissionato un lavoro di restauro e in quella circostanza fu autorizzato a carotare la roccia 58 e a tenersi il campione, che entrò a far parte della sua collezione privata. Solo 60 anni dopo, alla sua morte, la famiglia ha restituito il frammento. Poiché è assolutamente vietato prelevare pezzi di roccia dai megaliti, il “Phillips Core” ha rappresentato una straordinaria e rara possibilità di indagine per gli scienziati, al punto da definirlo “una sorta di Santo Graal”.
Dall’analisi della composizione della roccia è emerso che i macigni sono composti per il 99,7% di cristalli di quarzo. Gli scienziati ritengono che tutte le pietre di Stonehenge siano dello stesso tipo; si tratta di “silcrete”, un crostone di suolo indurito che si cementa con la silice disciolta. Le rocce sono composte di sedimenti erosi che risalgono al Paleogene, agli albori del Cenozoico, oltre 25 milioni di anni fa. Lo studio ha anche permesso di scoprire il luogo di provenienza delle pietre: West Woods, tra le colline di Marlborough Downs, un luogo che si trova a 25 Km da Stonehenge. Anche questo è un bel mistero: non si capisce come nel Neolitico abbiano potuto trasportarle, visto che il peso medio è di 20 tonnellate!
Sai davvero tutto su Stonehenge (“pietra sospesa”)?
Si tratta di uno dei siti archeologici più famosi del mondo. Circa 5000 anni fa uomini del Neolitico costruirono nella pianura di Salisbury un cerchio megalitico, oggi Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Stonehenge fu costruito nel corso di secoli con due tipi di pietre: le pietre di sarsen e le bluestone, più piccole, che formano il cerchio interno. Non sono state trovate chiare indicazioni sui loro scopi, ma il fatto che il cromlech (circolo di pietre, in bretone) sia allineato con i solstizi d’estate e d’inverno implica una connessione con l’ astronomia e, certamente, visto che era anche un luogo di sepolture, è collegato al culto dei morti e degli antenati. Diversi studi sul DNA rivelano che gli individui sepolti hanno origini ancestrali diverse e provengono da differenti aree geografiche. In pratica secondo l’archeologo Parker Pearson, “Stonehenge era un terreno neutrale, dove le diverse popolazioni neolitiche convergevano per condividere identità e esperienze”.
Una specie di Festival multiculturale del Neolitico, oltre che un monumento alla memoria!
Ad alcuni interrogativi che riguardano il sito sono state date risposte, ma, come sostiene un altro archeologo inglese, Joshua Pollard, per scoprire tutti i misteri di Stonehenge ci vorrà ancora molto tempo: “Ci sono infinite domande, infinite aree che necessitano di ulteriori indagini e riflessioni. Questo è un viaggio che non finirà mai”… e forse proprio questo è il fascino di Stonehenge: il mistero che dopo migliaia di anni lo avvolge.
Se il mistero ti affascina…
visita questi luoghi abbandonati!
_ di Mirella Protti