Il turismo spettrale piace. Vi portiamo alla scoperta di alcune mete imperdibili sul territorio italiano, dove il degrado, di fatto, diventa cultura
Luoghi abbandonati, ferite del territorio, spazi in attesa di trasformarsi in memoria condivisa. Quando parliamo di patrimonio culturale italiano non bisogna pensare che i luoghi abbandonati ne siano esclusi. Tutt’altro. Abbandono significa anche fascino.
Il primo museo diffuso dell’abbandono italiano
In Romagna è nato il primo Museo diffuso dell’abbandono, una “collezione” composta da 70 luoghi in disuso tra ville, conventi, colonie marine, edifici industriali, parchi di divertimento e chiese. Il progetto si chiama IN LOCO e nasce dall’Associazione Spazi Indecisi con l’obiettivo di reimmettere nella contemporaneità spazi relegati al passato, spesso dimenticati, attraverso attività di geolocalizzazione, mapping e rigenerazione territoriale.
Non si tratta di un’operazione di mera conservazione dei muri o di salvaguardia del “decoro” urbano, si tratta, come racconta uno dei creatori di IN LOCO, Francesco Tortori, di “scegliere quali luoghi, oggi dimenticati, portare nel futuro, valorizzando in prima istanza il patrimonio immateriale” con tanto di mappe cartacee e APP con itinerari, schede, ma anche racconti legati ai personaggi un tempo protagonisti e cenni storici in video 3D che riportano indietro nel tempo.
Il turismo intorno ai luoghi spettrali piace sempre di più
L’Italia conta un patrimonio di centinaia di migliaia di edifici dimenticati, fra cui 50.000 palazzi storici, 20.000 edifici ecclesiastici e 5.000 borghi, agglomerati abbondonati (o quasi) capaci di attirare migliaia di curiosi affascinati tanto dalle atmosfere spettrali quanto dalle storie che si nascondono dietro “l’abbandono di un luogo”. Si pensi ad esempio a Galeria Antica, diventata nel 1999 un’area naturale protetta del Lazio. Qui oggi ha preso il sopravvento la vegetazione più selvaggia, con specie vegetali particolarissime come lecci, aceri, cerri e ontani, ma fino a due secoli fa esisteva una città fortificata, improvvisamente abbandonata dai suoi abitanti per via di un contagio – si pensa di malaria – che decimò la popolazione, spingendo i pochi abitanti sani a lasciare la città così velocemente da lasciare non soltanto attrezzi e utensili, ma persino i cadaveri sui carri in attesa di sepoltura. I corpi furono rinvenuti qualche anno dopo l’abbandono di Galeria e furono sepolti mezzo secolo più tardi.
Da Las Vegas lombarda a borgo fantasma: la strana storia di Consonno
Quando si parla di città e luoghi abbandonati il nome più famoso in Italia è forse Consonno, un piccolo borgo alle porte di Lecco che nella testa dell’eccentrico Conte Mario Bagno, industriale brianzolo degli anni Sessanta, doveva diventare una piccola Las Vegas lombarda fatta di slot machine incastonate tra una pagoda cinese, un castello medievale, edifici arabeggianti e fontane multipiani. Il progetto, definito folle dai contemporanei, non fu mai portato a termine per via di una frana, che nel 1976 isolò Consonno dal resto del mondo trasformandolo in una città fantasma. Abbandonato ma lungi dall’essere dimenticato, Consonno ospita innumerevoli appuntamenti, dai Campionati mondiali di Nascondino alla festa delle castagne. Perché abbandono non significa degrado.
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_ di Stela Xhunga