Il commercio al dettaglio sarà all’insegna della sostenibilità. Ecco le catene di negozi che stanno già usando fonti rinnovabili e materiali riciclati indicando la via da percorrere nei prossimi anni
Come tutti i settori produttivi, anche il commercio al dettaglio può beneficiare delle trasformazioni legate alla sostenibilità. Oltre a garantire risparmio (sfruttando le energie rinnovabili o utilizzando materiali di riciclo), le buone pratiche ripagano soprattutto in termini di reputazione. Secondo uno studio di Nomisma, il 94% degli italiani si dichiara propenso a acquistare prodotti biodegradabili e il 27% tiene in considerazione il tipo di materiale impiegato per l’imballaggio nella scelta di un prodotto. Se i piccoli rivenditori si limitano a utilizzare packaging con materiali riciclati, le grandi catene si sono spinte oltre, adottando pratiche sostenibili per l’intera attività commerciale.
Le buone pratiche che pagano
I metodi sostenibili si possono applicare in qualsiasi rango della vendita al dettaglio proprio perché consentono alle aziende di risparmiare in bolletta e ottenere risonanza nel mondo. Un esempio è il flagship store di Stella McCartney situato a Old Bond Street, una delle zone commerciali più importanti di Londra. Progettato dalla famosa stilista inglese, il negozio ospita tutte le collezioni (uomo, donna e bambino), accessori e fragranze. Ciò che lo rende diverso dagli altri è l’attenzione alla sostenibilità. Infatti ai muri sono appesi pannelli decorativi realizzati con i rifiuti di carta recuperati dagli uffici operativi del marchio; i mobili dove sono conservati gli abiti sono realizzati con materiali riciclati e come arredo la maison ha scelto scultore di legno da recupero. Passeggiando per il negozio si possono leggere messaggi di sensibilizzazione riportati nelle segnaletiche e nelle immagini. Insomma una scelta di arredamento ben precisa che sensibilizza i clienti verso scelte responsabili.
Nello store Stella McCartney c’è anche un po’ di Italia. Per l’esposizione dei propri abiti, il marchio usa i manichini biodegrabili realizzati con una bioplastica proveniente dalla canna da zucchero (Bplast) e verniciati con una soluzione composta al 100% da sostanze organiche (Bpaint), realizzati dall’azienda italiana Bonaveri.
L’esempio di IKEA
Greenwich è un quartiere londinese famoso nel mondo per la ricchezza del suo patrimonio storico e paesaggistico. Se il Coronavirus ha frenato l’afflusso dei turisti, i londinesi continuano a frequentarlo soprattutto nei giorni feriali per passeggiare o fare jogging nei parchi. Nel 2018 Ikea ha scelto Greenwich come meta per l’apertura di un suo punto vendita. Oltre all’adozione di soluzioni sostenibili, il pensiero di Ikea è stato quello di essere un punto di riferimento per la comunità locale, partendo con le esigenze dei residenti. Ebbene, la multinazionale è riuscita nel suo intento, tanto che Ikea Greenwich è il retail più sostenibile del mondo. Infatti si serve di pannelli solari ad alta efficienza energetica, illuminazione a LED, un sistema di raccolta dell’acqua piovana (usato per il riscaldamento e il raffreddamento) e l’intero edificio è costruito con materiali edili rinnovabili.
Quanto alla convivenza con la comunità di Greenwich, la strategia di Ikea ha unito i bisogni dei residenti con le proprie mire commerciali. Entrando nel negozio è possibile non solo fare acquisti, ma prenotare postazioni per lo studio, consumare una bevanda al bar o pranzare al ristorante. Poi esiste un Learning Lab del negozio che offre seminari e attività a cui si può partecipare su prenotazione per imparare a ridurre gli sprechi, riutilizzare i materiali e dare nuova vita agli oggetti usati: dal riuso creativo dei cuscini alle lezioni di cucito, fino al seminario di riparazione dei mobili. Ma è la location che fa di Ikea Greenwich un modello di interazione perfetta fra globale e locale. Infatti si trova in una zona dove passato autobus ogni 30 minuti e a pochi passi dalla stazione ferroviaria.
La riqualificazione firmata Apple
In ogni strategia di marketing il luogo è un elemento fondamentale. Se Ikea ha scelto un posto di facile accessibilità, Apple si è spinta oltre, convertendo una zona di Milano da parcheggio a punto di ritrovo. Per l’apertura del suo flagship store, il famoso marchio ha scelto Piazza Liberty a Milano, una piazza del centro meneghino che fino al 1959 aveva anche un cinema sotterraneo. Successivamente la piazza è stata adibita a parcheggio e nel 2012 è diventata un’area personale. La costruzione dell’Apple Liberty Milano ha rappresentato, oltre che la nascita di un nuovo e unico negozio, la rinascita dell’intera zona. Infatti per aprire il proprio centro, Apple ha sfruttato degli spazi già esistenti e cioè quelli che un tempo fungevano da sale cinematografiche. Si tratta di una tecnica architettonica già sperimentata e che porta la firma dello studio internazionale di architettura Foster + Partners.
L’intero ambiente è suggestivo, con una fontana nel centro e le scale sotterranee che portano al negozio. Insomma nel retail del futuro la sostenibilità sarà una caratteristica fondamentale.
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_ di Matteo Melani